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23 Giugno 2024.

LET’S TALK GUEST

LET’S TALK GUEST

con Annalisa Cannito
Domenica 23 giugno 2024

dalle 16.00 alle 17.30 

Palazzo Re Rebaudengo / Piazza Roma 1, Guarene (CN)

In occasione di Our Rivers Share a Mouth / I nostri fiumi condividono una bocca, mostra conclusiva della 18º edizione del Young Curators Residency Programme, a cura di Aigerim Kapar, Andria Nyberg Forshage, Jiayue He, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo propone uno speciale appuntamento del ciclo Let’s Talk Guest, con l’artista Annalisa Cannito. 

L’opera Osservatorio Valle Bormida. Ecostorie di insurrezione rurale sarà il punto di partenza per un percorso di scoperta e comprensione, oltre che un’importante occasione di confronto diretto con l’artista, che condividerà le sue riflessioni e le caratteristiche della sua ricerca in costante evoluzione. Con questo lavoro Cannito, in collaborazione con lə _attivistə _della Valle del Bormida, riattiva l’archivio di uno dei primi mo¬vimenti ambientalisti rurali in Italia, con una storia cen¬tenaria di resistenza contro l’ACNA, una fabbrica chimica. Continuando la sua ricerca In the Belly of Fascism and Colonialism, rilegge il passato storico, le dinamiche econo¬miche dello sfruttamento, portando le prove dell’intreccio tra questioni locali e globali.”

I Let’s Talk Guest sono appuntamenti dedicati a piccoli gruppi, in cui è possibile approfondire i temi delle mostre e la ricerca dellə artistə, condividendo un’esperienza caratterizzata dal consueto approccio della mediazione culturale dell’arte, in dialogo con ospiti ogni volta diversi.  

La partecipazione è gratuita con il biglietto mostra. 

Si consiglia la prenotazione al numero 011-3797631 oppure scrivendo a biglietteria@fsrr.org con oggetto “Let’s Talk Guest Guarene”. 

20 Giugno 2024.

Binta Diaw. Il peut pleurer du ciel. Inaugurazione a Torino

Binta Diaw. Il peut pleurer du ciel

a cura di Ilaria Bernardi

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

21 giugno – 22 ottobre 2024

opening: 20 giugno, ore 19-21

Mostra co-organizzata e co-prodotta da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Associazione Genesi, nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani promosso dalla medesima associazione

Il 20 giugno 2024 alle ore 19 inaugura negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Il peut pleurer du ciel, la mostra personale di Binta Diaw (Milano, 1995), curata da Ilaria Bernardi, co-organizzata e co-prodotta da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Associazione Genesi.

Il progetto è concepito come un’immersione multisensoriale che affronta la complessa questione della migrazione e della sua storia tra due continenti: Africa ed Europa. Urgente questione politica ed economica attuale, la migrazione è anche un tema filosofico profondo in cui si intrecciano identità, patrimonio culturale e immaginazione.

Fin dagli inizi della sua ricerca artistica, Binta Diaw si interessa dei movimenti dei popoli nel corso del tempo, siano essi volontari o forzati, ufficiali o non ufficiali. L’artista approfondisce, in particolare, la nozione di diaspora che connota anche il corso della sua stessa esistenza, da italiana di nascita, nata da genitori senegalesi in Italia. Al di là del tema delle origini e del ri-radicamento che lo spostamento fisico e simbolico di una vita umana solleva, l’idea di diaspora è da lei sviluppata anche come il momento in cui “si cerca di essere molti esseri allo stesso tempo”; in altre parole”, mutuando ancora le parole di Edouard Glissant “ogni diaspora è il passaggio dall’unità alla molteplicità”. Da qui l’interesse di Diaw per la lunga storia migratoria e diasporica dell’Africa, intesa come punto di partenza, ma anche come territorio connaturato dalla cosiddetta “vocazione africana ad andare altrove”.

Per la tappa di Progetto Genesi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Binta Diaw crea un’installazione immersiva che affronta il tema della migrazione in modo non convenzionale per condurci verso il racconto della sensibilità del corpo umano migrante nei suoi legami con la natura e con la cultura che lo circonda.

Un video, concepito come una meditazione visiva sull’oceano e girato nel quartiere periferico di Yarakh a Dakar, è proiettato sulla parete di fondo della sala. La telecamera si focalizza sull’acqua del mare e sulle onde che si formano al largo. Sullo sfondo appare in lontananza Lampedusa, terra al crocevia di due continenti. Nell’acqua appare invece una massa scura, una forma rettangolare che fluttua contro il vento e le maree. Questa forma è una stuoia di terra attraverso cui l’artista evoca la ricchezza semantica dell’espressione «questa è la mia terra», facendo riferimento alla terra che scegliamo per noi stessə, oppure quella che ci viene imposta, con particolare riferimento alla storia dell’Africa e alla sua storia coloniale.

Al suolo, due grandi teli in plastica rinviano al tappeto presente nel video ma al contempo all’inquinamento delle acque, e accolgono numerose piccole sculture, tra loro identiche, fatte con la terra, a evocare la riduzione occidentale a puri numeri, considerati medesimi, dei corpi e delle storie dei migranti che arrivano sulle coste europee.

Spiega l’artista: “Ho girato questo video nel quartiere periferico di Yarakh a Dakar con l’intento di spostare l’attenzione sul luogo di partenza e sulla partenza stessa delle persone che decidono di partire da lì. La migrazione è ormai generalizzata in un’unica immagine: i migranti che sbarcano e che invadono. Ma non ci si chiede e non cisi sofferma a pensare da dove partono, da che sofferenze arrivano e soprattutto in che modo hanno affrontato il viaggio. Il video è dunque una metafora del corpo che attende la sua sorte: un invito da parte dell’oceano che accoglie il corpo nelle sue acque fino a quando quello stesso corpo viene respinto. Il tappeto, da sempre legato in alcune culture a concetti quali quello di ospitalità e spiritualità, nel video diviene una metafora del corpo migrante, del corpo in movimento da un luogo all’altro, da uno stato fisico ma anche mentale, a un altro”.

La mostra è accompagnata da una monografia sull’artista, curata da Ilaria Bernardi, edita da Silvana Editoriale e prodotta dall’Associazione Genesi. Il volume fornisce la prima ricognizione dell’intera sua ricerca attraverso una cronologia ragionata delle opere da lei realizzate fino a oggi.

L’esposizione si svolge nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, promosso dall’Associazione Genesi dal settembre 2021. Si tratta di un progetto interdisciplinare e inclusivo, in edizioni annuali, a cura di Ilaria Bernardi, che coniuga momenti espositivi e educativi di volta in volta differenti, con l’obiettivo di fornire un’educazione permanente in tema di diritti umani. L’idea da cui origina la concezione di Progetto Genesi è che l’arte contemporanea possa assumere il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani. Concepito come itinerante, per radicalità di impegno, vastità di orizzonti e ampiezza del ventaglio di iniziative che lo compongono, rappresenta un vero e proprio unicum nel sistema dell’arte contemporanea, non solo italiano.

Al fine di ampliare l’attenzione sull’importante progetto espositivo di Binta Diaw negli spazi della Fondazione Re Rebaudengo, la Fondazione ha voluto attivare un percorso di avvicinamento ad esso attraverso due diversi momenti, entrambi curati dal curatore della Fondazione Bernardo Folini: la realizzazione di un wallpaper, raffigurante uno dei lavori dalla serie dei Paysages Corporels, inaugurato a Guarene il 18 giugno; e una mostra ad Alba, al Palazzo Banca d’Alba, inaugurata il 14 giugno e visitabile fino al 21 luglio 2024, che presenta alcune molto note opere dell’artista già esposte in passato in importanti occasioni espositive.

13 Giugno 2024.

Let’s Read Guest con Gabriella Dal Lago 

Let’s Read Guest con Gabriella Dal Lago
Giovedì 13 giugno, ore 20.00 – 22.00 

Torna Let’s Read Guest con Gabriella Dal Lago: un ciclo di appuntamenti in cui romanzi, poesie e libri diventano uno strumento per leggere e approfondire temi e pratiche delle mostre. Un’occasione per condividere pensieri, riflessioni ed emozioni, secondo l’approccio discorsivo della mediazione culturale dell’arte. Leggere non è un atto solitario. O almeno, non solo: perché un libro si può leggere insieme, si può parlarne ad alta voce, si può dissezionare e osservare da tanti punti di vista diversi. E se il museo d’arte contemporanea è il museo dell’alta voce, allora è in questo spazio che può trovare posto un’assemblea di corpi e voci che discutono, si confrontano, si interrogano su un testo. 

La nuova stagione di Let’s Read Guest inizia il 13 giugno, nella mostra di Danielle McKinney Fly on the Wall. A partire dall’osservazione e dalla scoperta della pratica artistica della pittrice, l’incontro si interrogherà sul rapporto tra ritratto e autoritratto, sull’atto di guardare per guardarsi. Il romanzo da cui ci muoveremo sarà I dettagli di Ia Genberg, pubblicato in Italia da Iperborea nella traduzione di Alessandra Scali. Un romanzo che è una galleria di quattro ritratti, che verranno letti insieme ai ritratti in mostra per farci domande sul rispecchiamento, l’autonarrazione, l’appropriazione e la sovrascrittura. Leggeremo, scriveremo, disegneremo, discuteremo. 

L’attività è aperta a tuttə e gratuita. La prenotazione è obbligatoria inviando una mail a biglietteria@fsrr.org con oggetto “Let’s Read” e specificando un numero di telefono di riferimento, oppure telefonando al numero 0113797631. 

Gabriella Dal Lago lavora con i libri, la scrittura, la comunicazione, l’arte contemporanea, e scrive. I suoi due romanzi, Uto e Gesso (2022) e Estate Caldissima (2023) sono pubblicati da 66thand2nd.

02 Giugno 2024.

LET’S DANCE KIDS!

LET’S DANCE KIDS!
DOMENICA 2 GIUGNO 2024, dalle 16.30 alle 18.30

Let’s Dance Kids! è un appuntamento con il movimento, la danza e l’arte contemporanea aperto a tuttə: domenica 2 giugno giocheremo con il movimento del corpo produttore di segni e significati, strumento di comunicazione e interpretazione di un linguaggio condiviso, a cominciare dalle parole in LIS che compongono il titolo della mostra di Diana Anselmo: Je vous aime (vi voglio bene). L’emozione si trasforma in Lingua dei Segni Italiana (LIS), il segno in movimento nello spazio, tanti movimenti in una coreografia collettiva!
Il laboratorio è curato dalla Compagnia Tedacà, che promuove l’arte performativa come strumento per mettersi in gioco, riflettere, divertirsi e sperimentare nuovi modi di fare arte.

Informazioni
Dove: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Via Modane, 16 – Torino
Laboratorio gratuito promosso nell’ambito dei progetti di accessibilità della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Per partecipare al laboratorio è necessaria la prenotazione. Attività indicata dai 4 anni in su.

Prenotazioni
Per prenotare dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 18.00 telefonare a 011-3797631 o scrivere a dip.educativo@fsrr.org, mentre il sabato e la domenica, dalle 12.00 alle 19.00 sono attivi il numero 011-3797624 e la mail biglietteria@fsrr.org.

01 Giugno 2024.

Let’s Talk. Percorsi di visita in mostra

ore 16

Le mediatrici culturali dell’arte della Fondazione propongono una serie di appuntamenti pensati per piccoli gruppi di visitatorə, in cui è possibile visitare insieme le mostre in corso e approfondire i temi delle opere e la ricerca dellə artistə, condividendo un’esperienza caratterizzata dal consueto approccio della mediazione culturale dell’arte.  

Per circa un’ora e mezza lə partecipanti possono abitare in modo informale lo spazio espositivo, partecipando a un’esperienza orientata al dialogo e allo scambio di pensieri, punti di vista e opinioni.  

La partecipazione è aperta a tuttə e gratuita con il biglietto di ingresso della mostra. Si consiglia la prenotazione al numero 011-3797631, oppure scrivendo a: biglietteria@fsrr.org con oggetto “Let’s Talk”, indicando un numero di telefono di riferimento. 

I Let’s Talk sono ideati e condotti in occasione delle mostre personali Je Vous Aime di Diana Anselmo, Fly on the Wall di Danielle McKinney, Isthmus di Mohammed Sami e What the Owl Knows di The Otolith Group.
 

Tutti gli incontri iniziano alle ore 16.00.
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Via Modane 16, Torino. 

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