Eun-Me Ahn Pinky Pinky “Good”: San Giacomo’s Leap into Tomorrow

Eun-Me Ahn
Pinky Pinky “Good”: San Giacomo’s Leap into Tomorrow
A cura di Hans Ulrich Obrist

Isola di San Giacomo, Venezia

Il 18 aprile 2024 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha presentato Pinky Pinky ‘Good’: San Giacomo’s Leap into Tomorrow, un nuovo progetto dell’artista, danzatrice e coreografa coreana Eun-Me Ahn, sull’Isola di San Giacomo nella laguna di Venezia. L’evento, a cura di Hans Ulrich Obrist, è coinciso con l’apertura della 60. Esposizione Internazionale d’arte – Biennale di Venezia.
Le visitatrici e i visitatori sono tornate sull’isola, terza sede della Fondazione attualmente in restauro, la cui inaugurazione al pubblico è prevista nel 2025.
Pinky Pinky “Good” è stato un rituale collettivo e trasformativo di benedizione, ispirato alla tradizione sciamanica coreana e concepito per l’Isola di San Giacomo. Eun-Me Ahn ha invocato gli spiriti del passato su un’isola che, in tempi diversi, ha ospitato un antico monastero e una guarnigione militare dell’era napoleonica, onorando la sua nuova esistenza come luogo per l’arte contemporanea.
Il progetto ha seguito un andamento dinamico incorporando fumo e pietre dipinte di rosa sull’isola, arricchendo i suoi spazi con tappe e simboli inaspettati. All’interno dell’ex polveriera, l’artista ha stabilito un collegamento unico tra l’aldilà e il presente attraverso l’inclusione di sculture umane, suscitando un fluido intreccio di tempo e spazio che trascende i confini storici. Eun-Me Ahn ha concluso la performance versando simbolicamente sull’isola acqua di mare di Venezia usando una gru, allusione a un audace salto verso il futuro di San Giacomo attraverso la trasformazione dei suoi elementi fondamentali in nuovi simboli. Con questa azione, il progetto ha riaffermato l’importanza
storica dell’isola e il suo potenziale culturale, inaugurando una nuova era che fonde in modo armonico arte e scienza, tradizione e innovazione.
Pinky Pinky “Good” non è una performance o una danza in esterno, ma – nelle parole dell’artista – un “encounterface project”, un “incontro attraverso l’incertezza” tra artiste, performer e pubblico. Da semplici performer, Eun-Me Ahn, i ballerini e i musicisti di Pinky Pinky “Good” diventano “mediatori” e “infrastrutture umane”. Guidano le visitatrici e i visitatori ad abbandonare lo status di semplici
spettatori, chiamando ciascuna persona a partecipare attivamente in questo rituale trasformativo.

Il progetto è accompagnato da una pubblicazione curata da Mark Rappolt che è stato distribuito nel corso dell’evento.

L’evento, prodotto dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, è reso possibile anche grazie agli sponsor Asja e UBS, allo sponsor tecnico Samsung Foundation of Culture e al supporto di PKM Gallery.