Sulla collina di Bellolampo, sopra la discarica di Palermo, si snoda il profilo di Hollywood: un’allucinazione collettiva che è anche un’immersione nella realtà più dura della cultura italiana. Omaggio e parodia, Hollywood di Maurizio Cattelan è una dissolvenza incrociata tra cinema e vita. Uno sguardo puntato sul miraggio della celebrità.
Iniziata in aprile, la costruzione di Hollywood viene completata in giugno. Per la prima volta nella sua storia, la Biennale di Venezia sostiene un evento a latere, realizzato fuori dai confini della città. Concepito come progetto-satellite, Hollywood è una manovra imponente, che trasforma la Sicilia e Palermo nella scenografia per un film in tempo reale, mescolando arte, comunicazione e mitologia urbana.
“Hollywood di Maurizio Cattelan è al contempo un atto di coraggio e una fuga – un’opera d’arte toccante” – ha commentato Harald Szeemann, direttore del Dipartimento Arti Visive della Biennale di Venezia – “Ricreando il mito di Hollywood in Sicilia, Cattelan innesca un’esplosione di interpretazioni.”
“È come gettare una manciata di polvere di stelle sul paesaggio siciliano. È un sogno costruito a colpi di taglia e incolla” dice Maurizio Cattelan. “Le immagini sono solo proiezioni del desiderio. Ho provato a sovrapporre due mondi lontani, la Sicilia e Hollywood: ho cercato di sfuocarne i confini. Hollywood non è una provocazione. Certo, è una parodia, ma anche un tributo, un omaggio. È un’opera che ci parla dei limiti delle nostre convinzioni. È come raggelare il momento in cui la verità si trasforma in allucinazione. C’è qualcosa di dolce, perverso, attraente inHollywood: è un simbolo che subito evoca ossessioni, fallimenti e ambizioni. È un magnete per il desiderio”.
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