Ambient Tour

1 Marzo 2007 – 13 Maggio 2007

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

A cura di Francesco Bonami

 

La mostra si colloca all’interno dell’ANNO AMBIENTE. Ambiente inteso in senso ecologico, ma anche come spazio fisico e in cui le nostre vite quotidiane si sviluppano e si trasformano. Attorno a questa urgente tematica si sviluppano tutte le mostre e gli eventi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo fino a marzo 2008.
Per Ambient Tour lo spazio della Fondazione viene diviso in tre parti in modo che ciascun artista possa sviluppare un progetto autonomo e indipendente. La mostra non è infatti una collettiva, ma riunisce tre progetti autonomi e concepiti appositamente per gli spazi della Fondazione.
Gli artisti hanno pensato l’ambiente in senso più vasto rispetto a quello prettamente ecologico, creando delle rappresentazioni dei propri luoghi immaginari e della loro visione intima dell’ambiente. I loro lavori guidano il pubblico attraverso un viaggio ambientale e immaginario: dall’Abisso di Flavio Favelli inteso come mare e come spazio insondabile e ostile, alle coste italiane e ai parchi marini raccontati da Deborah Ligorio che li ha esplorati in un viaggio fisico ed emotivo. Fino alla duna di sabbia di Christian Frosi intesa come forma viva, instabile e come elemento del paesaggio esposto alla desertificazione.
Per questa mostra Flavio Favelli (Firenze 1967, vive a Savigno – BO) crea il progetto My deep dark blue (Abissi) che ha come soggetto il mare e le sue profondità. Con il lavoro India Hotel 870 Favelli interpreta il drammatico evento dell’aereo Dc9 precipitato nel mare di Ustica il 27giugno 1980, creando un vestito (habitus) per l’aereo, in tela bianca, cucito su misura, sfoderabile, per conservarlo e proteggerlo. Completano il progetto: Nazioni (stanza della geografia) in cui l’artista riunisce mappe rielaborate, Museum e Souvenir con sculture e installazioni di opere preesistenti dell’artista, a cui si collega la piccola serra Giardino d’invernoe FFMM (abito vs habitat) una serie di prototipi di abiti creati dall’artista per modificare il nostro rapporto con lo spazio che abitiamo.
Christian Frosi (Milano 1973, dove vive), da sempre interessato alla trasformazione delle forme, crea una grande duna di sabbia “costruita” all’interno della Fondazione. La duna, evocativa dei mutamenti climatici, dei cambiamenti ambientali e della desertificazione, si presenta in mostra come una scultura che entra in relazione con un grande dirigibile gonfiabile che la sorvola attraversando da parte a parte lo spazio espositivo. Christian Frosi crea inoltre la simulazione di un video spazialista ispirandosi al Manifesto Spazialista concepito come programma sperimentale per la televisione, trasmesso dalla Rai di Milano il 17 Maggio 1952. Il titolo Ricostruzione approssimativa del Manifesto Spazialista evoca la ricostruzione immaginaria da parte di Frosi di un suo modello mentale. L’artista ricrea infatti visivamente ciò che avrebbe voluto vedere nel programma sperimentale.
L’artista Deborah Ligorio (Brindisi 1972, vive a Berlino) realizza un progetto con 5 proiezioni video e una serie di fotografie sviluppato seguendo i mari che costeggiano alcune aree protette delle coste del sud Italia, concentrandosi sugli aspetti geografici, climatici, sociali e culturali di quei luoghi. Ligorio intende proporre un’estetica positiva, attraverso la fusione di materiale video e fotografico raccolto visitando una serie di aree marine protette e alcuni esempi di architettura bioclimatica. Le immagini filmate in un viaggio intrapreso dall’artista alla fine del 2006 danno vita, montate insieme ad immagini d’archivio e tratte da internet, ad una narrativa che si arricchisce dei commenti, delle associazioni mentali e dei ricordi nati da questi luoghi, segnati da confini politici e commerciali carichi di storia. L’artista ha visitato in prima persona tutti i luoghi in cui ha raccolto il materiale video e fotografico: Ventotene, le isole Pelagie, Pantelleria, Torre Guaceto in Puglia. Sempre in Puglia, l’artista ha documentato i Trulli, un’altra forma di architettura bioclimatica tradizionale, protetta dall’UNESCO.

Artisti in mostra
Christian Frosi, Flavio Favelli, Deborah Logorio.