A cura di Giorgina Bertolino e Maria Teresa Roberto
Quinta mostra del ciclo Greater Torino, dedicato agli artisti delle giovani generazioni che hanno in Torino il proprio spazio di formazione o di lavoro. La città è intesa come territorio allargato, luogo di nascita o di elezione ma soprattutto piattaforma per la costruzione di un percorso di ricerca alimentato da opportunità di crescita, di mobilità e di relazioni con l’esterno. Una città aperta dunque, capace di accogliere quelle dinamiche di “andata e ritorno” essenziali nella definizione delle carriere artistiche. Come nelle quattro edizioni precedenti, anche quest’anno la scelta della doppia personale risponde a una strategia curatoriale che intende approfondire e valorizzare un percorso in atto attraverso una selezione di opere significative e nuove produzioni, in un insieme capace di restituire gli interessi tematici, le modalità progettuali, le pratiche e gli strumenti degli autori.
Gli artisti invitati per il quinto appuntamento sono Sara Enrico e Hilario Isola. Nata a Biella nel 1979, Sara Enrico ha studiato all’Accademia Albertina e si è specializzata in restauro dei dipinti antichi all’Istituto Spinelli di Firenze. Nato a Torino nel 1976, Hilario Isola ha studiato Storia dell’Arte all’Università di Torino e ha avviato nel 2003 la collaborazione artistica con Matteo Norzi. Il duo ha sviluppato per un decennio, tra Italia e Stati Uniti, un progetto comune, aprendosi poi a collaborazioni esterne, tra le quali i progetti con il collettivo Distillers, e dando progressivamente spazio alle ricerche individuali, legate all’interesse di Norzi per il cinema, di Isola per le arti visive.
La doppia personale presenta due ricerche impegnate nella sfera della pittura e del disegno, della scultura e dell’installazione, secondo una linea che ne indaga le pertinenze e i confini. Lo sguardo dell’osservatore è uno dei focus d’attenzione intorno a cui è stata concepita la mostra. Introdotta da una serie di lavori presentati nella galleria della Fondazione, è allestita sulle pareti di un’unica grande sala, come in una sorta di panorama scandito da un peculiare e studiato ritmo visivo.Il rigore delle mosse compiute da Sara Enrico nello spazio letterale e materiale della pittura –colore, tela, telaio – è ampliato nei passaggi verificabili nei suoi nuovi lavori. I progetti recenti di Hilario Isola, ispirati dai fenomeni del mutualismo e dell’ibridazione tra naturale e artificiale,dialogheranno in mostra con due opere realizzate insieme a Matteo Norzi.
La ricerca di Sara Enrico è incentrata sulla pittura, sui suoi materiali e strumenti codificati nell’ambito della storia dell’arte: il colore a olio, la tela preparata, il telaio in legno. Assunti in qualità di vincoli, l’artista ne saggia le possibilità dando corpo a un ricco spettro di varianti, alterazioni, traduzioni. Nel ciclo degli RGB, iniziato nel 2012, l’artista traduce la tela bianca in immagini digitali, attraverso scansioni i cui esiti sono traccia dei movimenti fatti compiere alle tele sul piano dello scanner in funzione. La tela dipinta è usata in altri casi come matrice, o per la realizzazione di calchi, come nelle piccole sculture raccolte dal 2011 sotto il titolo Pillows, o per imprimere su superfici diverse tracce cromatiche che diventano visibili solo in seguito al distacco.
Nel progetto ideato per Greater Torino, un gruppo di tele, impresse a parete grazie al colore a olio impiegato anche come collante, sollecita la relazione tra pittura e installazione, tra recto e verso, tra matrice e copia, opposti fondanti dell’intera ricerca dell’artista.
La riflessione di Hilario Isola si concentra nei lavori recenti sulla possibilità di ibridare elementi naturali e artificiali, paesaggi e visioni interiori. A Greater Torino l’artista presenta 4.000 K, un’installazione che accosta una serie di disegni di grande formato, realizzati con pigmenti puri su
paperstone, a un’opera in cui colonie di muffe proliferano e si stratificano da anni su una stampa del XIX secolo. La luce, oltre a ispirare il titolo di questo ciclo di lavori, ne costituisce il centro tematico: i disegni raffigurano inediti dispositivi illuminotecnici, posti in rapporto con microeventi naturali. Introducono questo nuovo progetto due opere di Hilario Isola e Matteo Norzi, incentrate sulla relazione con lo spazio, sull’estensione della nozione di museo, sui meccanismi di visione.
In particolare Elsewhere è, dal 2008, un’opera mobile, in costante trasformazione. Telescopio camuffato da scultura, completamente avvolto da una massa di plastilina, Elsewhere punta l’obiettivo verso un altrove sempre diverso che, attraverso la distanza, balena come una chimera nell’occhio di chi guarda.
Progetti speciali
Alla fase di realizzazione della mostra seguirà quella altrettanto importante della relazione diretta con i visitatori. Gli artisti di Greater Torino sono stati invitati a progettare un laboratorio destinato a giovani e adulti. Lo faranno avvalendosi della collaborazione dello staff dei mediatori culturali d’arte, impegnati in mostra, quotidianamente, nel rapporto e nel dialogo con i pubblici. La presenza degli artisti di Greater Torino negli spazi della Fondazione è dunque intesa come risorsa, occasione per ideare e sperimentare nuove forme di relazione attiva con l’arte contemporanea.
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