Soft Pictures

Soft Pictures

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
A cura di Irene Calderoni
23 Ottobre 2013 - 4 Maggio 2014

Artistə: Sanford Biggers, Shannon Bool, Enrico David, Willem De Rooij, Noa Eshkol, Mike Kelley, William Kentridge, Gabriel Kuri, Goshka Macuga, Adele Röder, Slavs and Tatars, Rosemarie Trockel, Piotr Uklański, Francesco Vezzoli, Vincent Vulsma, Franz Erhard Walther, Pae White, Andrea Zittel

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all'uso del medium tessile nell'arte contemporanea, a cura di Irene Calderoni.
Storicamente posto al confine tra arti liberali e arti applicate, l'uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche viene oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche, una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto.

Come prodotto del lavoro umano, fusione perfetta di tecnica e invenzione, grande maestria e impegnativa applicazione, l'arte tessile può sembrare lontana dall'approccio concettuale di tanta arte del nostro tempo, ma sono proprio questi aspetti che divengono centrali nel recupero odierno di questa tradizione. Al tempo dell'immagine digitale, scegliere il tessuto come materiale e antiche tecniche per lavorarlo diviene il primo gesto significante, un gesto forte, che riapre un campo di possibilità espressive per l'arte.

Il tessuto impiegato dagli artisti per riflettere sulle nozioni di tradizione, di memoria, di folklore: là dove l'opera d'arte non ha un autore definito, ma porta in sé la ricchezza di un'intera cultura, di innumerevoli mani e menti che l'hanno forgiata nei secoli, tramandandone l'arte fino a noi. Ma il legame con la cultura di un popolo e di un'epoca richiama anche le connotazioni politiche e sociali di questi manufatti: il lavoro umile e domestico, prettamente femminile e funzionale alle esigenze private, l'altra faccia di un'arte che arriva a rappresentare la ricchezza e la potenza delle corti europee. Durevole e facile da trasportare, il tessile è anche stato la merce per eccellenza, protagonista delle dinamiche commerciali ed economiche che hanno rivoluzionato la Storia.

Come ricorda Seth Siegelaub, collezionista di tessuti antichi e grande conoscitore della materia, è forse un caso che Cristoforo Colombo, come suo padre prima di lui, fosse un produttore e mercante di lana; ma è piuttosto logico che il telaio Jacquard, creato nell'800 in Francia, sia stato l'ispirazione per il lavoro dell'inglese Charles Babbage, che ha portato direttamente all'invenzione del computer nel 20° secolo.

Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernità, tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull'immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti. L'idea stessa di immagine oggetto merita particolare attenzione, per la complessa relazione che il manufatto tessile ha con la dimensione pittorica; secondo il dictat modernista di specificità al medium l'immagine tessuta un concetto problematico, come Anni Albers notoriamente sosteneva, affermando che l'opera tessile non è un quadro. Le opere in mostra esplorano specificamente questo spazio contestato e liminale, dando forma alla particolare dialettica tra le caratteristiche materiali e simboliche del medium tessile e il suo funzionamento come immagine.