Caroline Déodat. Landslides. Haunting is about endings that are not over
Parallel Visions. Opere dalla collezione Sandretto Re Rebaudengo
artisti e artiste: Daniel Frota, Riikka Kuoppala, Tarek Lakhrissi, Ghita Skali, Thomas Teurlai
Katja Novitskova. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo
8 ottobre - 13 novembre 2022
A cura di Bernardo Follini
Palazzo Re Rebaudengo, Piazza Roma, 1, Guarene
In occasione del decimo anniversario della partnership tra Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e ENSBA Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts l’8 ottobre inaugurano negli spazi di Palazzo Re Rebaudengo a Guarene la mostra personale di Caroline Déodat “Landslides” e la collettiva con opere di Collezione “Parallel Visions”.
Dal 2012 Fondazione e ENSBA collaborano nel contesto del programma di post-diplome della scuola di Lione. Il programma è un percorso di residenza professionalizzante della durata di un anno situato nella scuola e aperto a cinque artistə per edizione, coordinate da unə curatorə responsabile (Francois Piron 2012-2019; Oulimata Gueye 2020-in corso). Il post-diplome permette allə partecipanti di sviluppare la propria pratica artistica attraverso incontri, lectures, workshop a Lione e viaggi all’estero. Ogni anno il curatore responsabile della partnership per Fondazione (Stefano Collicelli Cagol 2012; Lorenzo Balbi 2013-2017; Bernardo Follini 2018-in corso) ha invitato unə artistə a presentare la propria ricerca negli spazi di Torino o di Guarene, supportando in questo modo le prime presentazioni istituzionali dellə artistə e accompagnandole nei processi di produzione del proprio lavoro. La partnership si inserisce nella più ampia progettualità di Fondazione a sostegno, produzione e promozione delle pratiche artistiche emergenti. Le mostre presentate l’8 ottobre a Palazzo Re Rebaudengo ripercorrono alcuni dei progetti prodotti nel contesto della collaborazione, inaugurando inoltre una nuova edizione del progetto.
La mostra personale “Landslides” di Caroline Déodat (FR, 1987) presenta l’omonima videoinstallazione prodotta dall’artista nel 2020 per un circuito di festival dedicati all’immagine in movimento e rieditata in una nuova versione per la sua presentazione allestita negli spazi di Palazzo Re Rebaudengo. La ricerca di Déodat attraversa le discipline del cinema, della fiction, dell’etnografia e della teoria esplorando la relazione tra processi di archiviazione e alienazione. Provenendo da un background in antropologia e di studi sulla performance, l’artista è interessata incrociare saperi letterari e corporei per disgregare le cartografie disegnate dalle discipline accademiche attraverso l’uso di storie sotterranee e l’impiego di materiali hauntologici (dal concetto di “hauntology” del filosofo Jacques Derrida, poi impiegato dal critico culturale Mark Fisher per descrivere una nostalgica e spettrale relazione con il passato). “Landslides” è concepita a partire dal posizionamento di Déodat come parte della diaspora mauriziana e dal suo dottorato in antropologia sociale alla EHESS. La sua tesi Disrupting the archives of ‘Sega tipik’. Imaginary and Poetic Performativity of Mauritian Creoleness ha approfondito la pratica del Sega, genere mauriziano che unisce poesia, musica e danza, nata nelle comunità schiavizzate e divenuta tradizione turistica dopo la decolonizzazione. Il Sega è guardato come una struttura sociale impiegata nel processo di fabbricazione dell’archivio coloniale attraverso i sistemi di potere della razza, del genere e della sessualità. L’opera è costruita come un saggio poetico e cinematografico, dove i territori mitici della Sega si combinano con i luoghi intimi della storia dell’artista. Al centro di “Landslides” si trova il danzatore contemporaneo mauriziano Jean-Renat Anamah che riesuma lo spettro di un rituale cancellato e produce nuove genealogie collettive. Il lavoro di Déodat connette discorsi coloniali sulla razza e la loro sussunzione in pratiche orali poetiche, interessandosi alla disattivazione dei metodi e delle modalità di produzione della conoscenza occidentale.
La mostra collettiva “Parallel Visions” presenta i lavori prodotti nel corso delle edizioni della partnership tra Fondazione ed ENSBA dallə artiste Riikka Kuoppala (edizione 2013), Thomas Teurlai (ed. 2014), Daniel Frota (ed. 2016), Ghita Skali (ed. 2017), and Tarek Lakhrissi (ed. 2020) ed entrati a far parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Il titolo della mostra si riferisce agli immaginari alternativi evocati dalle opere e alle loro proposte per interrogare possibili passati e futurità del mondo. Attraverso vari media come scultura, installazione e video, le opere sviluppano visioni e scenari paralleli, attingendo a vari generi della fantascienza, dall’eco-fiction al cyberpunk, quali terreni dove affrontare urgenze contemporanee di ambito economico, sociale, politico.
Under a burning city (2011) di Riikka Kuoppala (FI, 1980) è una videoinstallazione in cui la narrazione si focalizza sui processi con cui è tramandata la memoria tra differenti generazioni. La storia dei bombardamenti a Helsinki nel corso della seconda guerra mondiale è raccontata da una nonna alla sua nipote, mettendo in mostra una relazione tra verità ufficiale e verità sussurata, tra memoria vissuta e memoria immaginata. Europium (2014) di Thomas Teurlai (FR, 1988) è un’installazione costituita da rifiuti tecnologici assemblati che prende le forme di un laboratorio domestico per l’urban mining, pratica di estrazione di metalli preziosi come oro, argento, platino, palladio, dai dispositivi tecnologici segnati dall’obsolescenza programmata. Ispirandosi a un registro cyberpunk, il lavoro prospetta uno scenario post-apocalittico quanto reale. Uma jornada infinita de sonhos e descobertas (2016) di Daniel Frota (BRA, 1988) si inserisce nella ricerca dell’artista sulla fine del modernismo e sugli effetti che l’esaurimento di una data ideologia produce sulle nostre costruzioni mentali. Il lavoro è una riproduzione dei noti espositori progettati con basi cubiche in cemento e lastre di vetro temperato dall’architetta italo-brasiliana Lina Bo Bardi nel 1968 per il Museo d’Arte Moderna di San Paolo del Brasile. L’opera rievoca il loro smantellamento per ragioni politiche e di conservazione, e il loro riallestimento avvenuto nel 2015, sviluppando l’idea di ucronia in relazione alla crisi del pensiero moderno. Palm Attacks: a few invasive species di Ghita Skali (MA, 1992) è uno showroom ospitato in una realtà parallela per la presentazione propagandistica e ironica della Phoenix Dactylifera, comune palma da dattero che è replicata artificialmente come avanzato sistema di camouflage di apparati di telecomunicazione. Il Marocco surreale presentato nell’opera è teatro privilegiato di una maratona ingegneristica impegnata in alterazioni morfologiche, diretta da politiche di speculazione economica. L’installazione This Doesn’t Belong to Me (2020) di Tarek Lakhrissi (FR, 1992) è composta da un ciclo di cinque sculture a forma di coda di salamandra. Fin dai bestiari medievali si narra che questo anfibio sia dotato di veleno e possa sopravvivere tra le fiamme del fuoco. Le opere si riferiscono all’autotomia - l’auto-amputazione di parti non vitali del corpo, praticata da alcuni animali come diversivo contro i loro predatori – immaginata Lakhrissi come ispirazione per una strategia transumana e utopica per l’autodifesa di gruppi sociali discriminati e aggrediti.
In occasione dell’inaugurazione dell’8 ottobre alle 18:00 al Parco d’Arte Sandretto Re Rebaudengo avrà luogo il dj set “Sega Foutan. Suoni dalla diaspora mauriziana” di Vashish Soobah, artista visivo e filmmaker nato in Sicilia da genitori mauriziani. “Sega Foutan” è concepito come dialogo con la mostra “Landslides” di Caroline Déodat: un viaggio musicale che ripercorre il tragitto di Vashish alla scoperta della Diaspora. Alcuni brani presentati sono stati la colonna sonora delle feste di compleanno della sua infanzia catanese, quando ballava insieme agli amici dei suoi genitori; altri li ha scoperti mentre camminava per le strade della capitale dell’isola di Mauritius a Port Louis, con i suoi cugini; altri ancora facendo ricerca nella sua stanza a Londra, alle feste mauriziane a Barona, in macchina con i suoi genitori; in questo caso alcuni brani provengono da uno scambio musicale con l’artista Caroline Déodat. “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” Sono le domande che guidano Vashish alla scoperta delle sue origini e del loro suono.
Oltre a queste due mostre a Palazzo Re Rebaudengo sono esposte le opere della Collezione Sandretto Re Rebaudengo di Katja Novitskova.
Palazzo Re Rebaudengo
Piazza Roma 1, Guarene (CN)
apertura: sabato e domenica dalle 12 alle 19
Ingresso gratuito