La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta The Land Shall Not Be Owned, la prima mostra personale in Italia dell'artista libanese Marwa Arsanios (1978).
Al centro del progetto espositivo vi è Who is Afraid of Ideology? (2017–in corso), il progetto a lungo termine e la serie di film di Arsanios che indaga i processi di sfruttamento e riappropriazione della terra e le lotte locali per la sua rivendicazione in diverse geografie del Medio Oriente e del Sud America. La mostra segna la première internazionale del quinto e più recente capitolo, coprodotto dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, presentato insieme ai quattro precedenti. L'esposizione si sviluppa in ordine cronologico inverso, ripercorrendo le cinque videoinstallazioni in dialogo con disegni, sculture tessili, ricami e stendardi, scaturiti da ciascun capitolo per amplificarne l’immaginario.
Who is Afraid of Ideology? è un’indagine approfondita e in continua evoluzione sulla politica della distribuzione ed estrazione delle terre, con particolare attenzione alle lotte locali per la loro rivendicazione in Kurdistan, Iraq, Siria nord-orientale, Colombia e Libano. Attraverso i cinque film, Arsanios mette in luce forme di auto-organizzazione e autodifesa di comunità femminili, esplorando i paradigmi inediti con cui esse sfidano le strutture patriarcali, come la stessa famiglia, lo Stato o le multinazionali. Ne emerge un ritratto collettivo e una mappatura, internazionale ma sempre situata nel contesto, in cui prospettive ecologiche, femministe, indigene e decoloniali convergono per dare forma a nuove pratiche di autonomia politica. Oltre ai film, il progetto assume la forma di convegni, gruppi di lettura, pubblicazioni e altro ancora. L’ultima iniziativa è stata Usufructuaries of Earth, un convegno co-organizzato con Wietske Maas presso il BAK di Utrecht.
Con Who is Afraid of Ideology?, Arsanios ripensa anche la forma e la funzione del cinema stesso. Il film diventa uno strumento per diffondere conoscenza e costruire una rete internazionale di organizzazioni e comunità impegnate nelle lotte per il cambiamento sociale e politico. Allo stesso tempo, l'artista sviluppa strategie tecniche e narrative per decostruire il formato documentaristico, storicamente etnografico, estrattivo e parziale, rompendo le convenzioni dell’intervista, sconnettendo audio e immagini, lasciando udibili le istruzioni e i dialoghi tra regia e soggetti ripresi.
La serie inizia con le esperienze quotidiane del movimento delle donne curde nella regione autonoma montuosa del Kurdistan, Iraq (Parte 1, 2017), e del villaggio ecologico femminile di Jinwar, nella Siria nord-orientale (Parte 2, 2019); prosegue con le strategie di conservazione dei semi delle donne indigene Pijao a Tolima, in Colombia (Parte 3: Micro Resistencias, 2020); e analizza gli sforzi di una comunità agricola nel nord del Libano per dare priorità al diritto d’uso (usership) rispetto al diritto di proprietà della terra (Parte 4: Reverse Shot, 2022).
Il capitolo più recente, Who is Afraid of Ideology? Parte 5: Right of Passage (2025), prende avvio dal diritto di passaggio degli animali attraverso la proprietà privata, stabilito per legge, e approfondisce la storia del movimento e del lavoro animale a partire da un momento pre-capitalista nel Monte Libano. Esamina l’insediamento animale e l’appropriazione industriale come l'inizio della colonizzazione e del modello di produzione capitalista che ha accompagnato questa trasformazione nella regione. Il progetto connette la privatizzazione della terra all’insediamento semi-industriale degli animali e introduce una dimensione più immaginifica, collegandola al passaggio degli animali nei sogni e nell’inconscio. L’animale politico e l’animale si incontrano nello spazio onirico. Animazione in 2D frame by frame, finzione sceneggiata e documentario si intrecciano per esplorare le forme di movimento e insediamento attraverso il cinema. Il film tenta di pensare la forma cinematografica in modo topografico e geologico, mentre la macchina da presa diventa un animale in transito. L'animazione è realizzata in collaborazione con Vinita Gatne. Il progetto si svilupperà ulteriormente in dialogo con donne contadine senza terra e sfollate, esplorando un’altra dimensione del passaggio, del diritto, della terra e del movimento.
La mostra è un progetto itinerante e la prossima tappa è prevista presso Artium, Basque Museum-Centre of Contemporary Art, a Vitoria-Gasteiz, nei Paesi Baschi, a novembre 2025.
Biografia
Marwa Arsanios (1978) La pratica di Marwa Arsanios affronta questioni strutturali utilizzando diversi dispositivi, forme e strategie. Dagli spazi architettonici, la loro trasformazione e adattabilità nei contesti di conflitto, agli spazi gestiti da artisti e alle convenzioni temporanee tra comuni e cooperative femministe, il suo lavoro tende a creare spazi all’interno e parallelamente alle strutture artistiche esistenti, permettendo così di sperimentare diversi tipi di politiche. Il cinema diventa un'altra forma e uno spazio per connettere le lotte, nel modo in cui le immagini si riferiscono l'una all'altra. Negli ultimi quattro anni, Arsanios ha cercato di affrontare queste questioni da una prospettiva materialista nuova e storica, collaborando con diversi movimenti femministi impegnati nella lotta per la terra. Il suo obiettivo è osservare le questioni legate alla proprietà, alla legge, all'economia e all'ecologia a partire da specifici appezzamenti di terra. I principali protagonisti diventano quindi queste terre e le persone che le lavorano. La sua ricerca abbraccia molte discipline e si sviluppa attraverso numerose metodologie collettive e progetti collaborativi. Mostre personali includono: BAK Utrecht (2024), Kunsthalle Bratislava (2023), Heidelberger Kunstverein (2023), Mosaic Rooms, Londra (2022), Contemporary Arts Center, Cincinnati (2021), Skuc Gallery, Lubiana (2018), Beirut Art Center (2017), Hammer Museum, Los Angeles (2016), Witte de With, Rotterdam (2016), Kunsthalle Lissabon, Lisbona (2015) e Art in General, New York (2015). Il suo lavoro è stato inoltre presentato in numerose mostre collettive, tra cui: Documenta 15 (2022), Biennale di Mardin (2022), programma cinematografico della Biennale di Sydney (2022), 3ª Autostrada Biennale, Pristina (2021), 11ª Biennale di Berlino (2020), The Renaissance Society, Chicago (2020), Biennale di Gwangju (2018), Biennale di Lülea (2018), Kunsthalle Wien (2019), 1ª Triennale di Architettura di Sharjah (2019), SF MoMA, San Francisco (2019), Biennale di Varsavia (2019), 14ª Biennale di Sharjah (2019), MAXXI Museo, Roma (2017), Ludwig Museum, Colonia (2016), Biennale di Salonicco (2015), Home Works Forum, Ashkal Alwan, Beirut (2010, 2013, 2015), New Museum, New York (2014), 55ª Biennale di Venezia (2013), M HKA, Anversa (2013), 12ª Biennale di Istanbul (2011). I suoi film sono stati proiettati al MOMA di New York (2023), alla School of Art Institute di Chicago (Gene Siskel Film Center) (2023), a Cinéma du Réel, Parigi (2021), al Rotterdam Film Festival (2021), al Film Fest di Amburgo (2020), al FID Marsiglia (2015, 2019, 2022), al TIFF di Toronto (2019), al Berwick Film & Media Arts Festival (2019), al Walker Art Center, Minneapolis (2017), al Centre Georges Pompidou, Parigi (2011, 2017, 2022) e al Berlin International Film Festival (2010, 2015). Arsanios è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Belle Arti della Jan Van Eyck Academie di Maastricht (2010–12) e ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Akademie der bildenden Künste di Vienna.