Stefanie Heinze. Your Mouth Comes Second
Inaugurazione: 31 ottobre, h 18
Prima mostra personale istituzionale di Stefanie Heinze, Your Mouth Comes Second riunisce una selezione di opere recenti che riflettono sulle principali tematiche dell’artista: l’esplorazione della tenerezza e della vulnerabilità, le relazioni, l’integrazione tra spiritualità antiche e urbane, la rappresentazione e l’elaborazione di materiali grezzi. Ispirata da queste fonti di conoscenza controegemoniche, Your Mouth Comes Second esplora ciò che precede il linguaggio. In mostra, Heinze si immerge nel regno dell’osservazione, della sensibilità, dell’appropriazione, della goffaggine e dell’incertezza, canalizzando la sua curiosità verso l’ignoto attraverso l’atto della pittura.
L’artista rifiuta di prendere una posizione univoca nella contrapposizione tra astrazione e figurazione, dinamica che riconduce al concetto di “both and” (letteralmente “entrambi e …”). La sua pratica nasce da disegni e collage di piccolo formato, poi tradotti in ampi tableaux. Per Heinze, il disegno è un atto interno, un processo di riduzione, mentre la pittura è un atto esterno, di produzione. Le immagini vengono tagliate e ricostruite, esistono in una dimensione a metà tra negazione e integrazione. Il lavoro di Heinze innesca metamorfosi e cambiamento costanti, interrompendo le distinzioni tra la cosiddetta cultura alta e bassa, sia per le immagini che cita sia per il trattamento stesso della pittura.
In mostra sono presentate tele di grande formato con forme ambigue. Quelle che potrebbero sembrare parti del corpo, cibo, animali e oggetti quotidiani si fondono e si dissolvono, fluttuando su piani vivaci che si sovrappongono e si oscurano reciprocamente. Senza filtri, i segni e i simboli che appaiono sulle tele sono indistinguibili da elementi casuali. Le sue pitture abbracciano la confusione e l’incertezza, destabilizzando qualsiasi senso di forma o narrazione fissa. Spogliando il linguaggio e sabotando l’eccessiva predominanza della mente, Heinze mira a disturbare la psiche, a riconnettere il corpo e i suoi sensi, a mobilitare la percezione. L’instabilità che crea è una forma di dis-apprendimento, un rifiuto della categorizzazione a favore dell’apertura e del cambiamento, nel tentativo di trovare un vocabolario più empirico. Per Stefanie Heinze, questo approccio è, insieme, personale e politico.
STEFANIE HEINZE (nata nel 1987, Berlino, Germania) ha studiato presso l’Academy of Fine Arts di Oslo (2012) e l’Academy of Fine Arts di Lipsia (2016). Ha presentato il suo lavoro in mostre personali presso Capitain Petzel, Berlino (2022); Petzel, New York (2020); Capitain Petzel, Berlino (2019); LC Queisser, Tbilisi (2019), tra gli altri, così come in mostre collettive presso Le Consortium, Digione (2023); The Hepworth Wakefield, West Yorkshire (2022-23); Institute of Contemporary Art, Miami (2022); Fondazione Boros al Berghain, Berlino (2020); Deichtorhallen, Amburgo (2020); Sammlung Philara, Düsseldorf (2019); Saatchi Gallery, Londra (2018); e Tanya Leighton, Berlino (2017). Le opere di Heinze fanno parte di collezioni come quelle dell’Institute of Contemporary Art, Miami; Hammer Museum, Los Angeles; Musée d’Art Moderne de Paris; MAMCO, Ginevra; Staatliche Kunstsammlungen Dresden; Pérez Art Museum, Miami; The Hepworth Wakefield, UK; Marguerite Hoffman Collection, Dallas; The Rachofsky Collection, Dallas; Mead Gallery presso Warwick Arts Centre, UK; e la Delfina Collection, UK.
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