A cura di Ilaria Bonacossa
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Comitato Torino 2006, presentano dal 6 al 29 febbraio il progetto Pari o dispari di Marzia Migliora, curato da Ilaria Bonacossa. L’evento fa parte dimenoDUE una serie di iniziative culturali, inaugurate lo scorso inverno, che scandiscono, ogni febbraio (mese in cui si svolgeranno i Giochi Olimpici e Paraolimpici), l’avvicinamento alle Olimpiadi della Cultura del 2006.
Con una complessa installazione audio-video, Marzia Migliora riflette sulle tematiche di individualità/dualità e di unicità/alterità attraverso l’osservazione di alcune coppie di gemelli. La giovane artista torinese esplora i complessi rapporti che intercorrono all’interno delle coppie e riflette sulla somiglianza e sulle analogie di pensieri e di caratteri estetici e fisici, sulla fusione e sul conflitto. Oltre alle persone l’artista ha messo in situazione di confronto-conflitto obbligato coppie di insetti, pesci e farfalle mettendo così in evidenza come i rapporti si trasformino radicalmente in situazioni di tensione.
“Lo spunto per il progetto è il testo La Trilogia della città di K di Agota Kristof. Agota Kristof mette in scena la cruda storia di due gemelli indivisibili e interscambiabili, quasi avessero un’anima sola, abbandonati da una madre disperata. I due ragazzini per colmare il vuoto dell’abbandono ed affrontare la sorte, mettono in atto una strategia di sopravvivenza, una serie di pratiche chiamate dalla scrittrice: esercizi di irrobustimento del corpo e dello spirito, esercizi di sordità e cecità, esercizi di digiuno, esercizi di crudeltà.
Spesso guardare in faccia la realtà, prendendone atto, fa male. Provare il corpo per rafforzare la mente, dirottare azioni e pensieri, cercando di incasellarli in una strategia psicologica di resistenza, è un metodo per sopportare il dolore.
Il corpo è il limite che ci separa dall’esterno, talvolta corazza e talvolta tappeto di pori aperti al sentire. È un luogo che cattura gli accadimenti, un territorio fragile nel quale si manifestano le sensazioni e rappresenta il limite invalicabile tra esterno ed interno.
Il lavoro vuole essere motivo di riflessione sull’identità della coppia, delle coppie in genere, analizzando in maniera simbolica coppie di gemelli.
La simbiosi esiste anche tra amanti, là dove è difficile rimarcare il confine dell’uno e dell’altro, e dei rispettivi ruoli. Qui subentrano meccanismi di identificazione in cui la coppia diviene un sé unico”. (Marzia Migliora)
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