A cura di Francesco Bonami
Non Toccare la Donna Bianca, il cui titolo è ispirato al famoso film di Marco Ferreri del 1974, riunisce in una collettiva 19 artiste internazionali per la maggior parte originarie di paesi caratterizzati da complesse situazioni politiche e sociali che presentano opere quasi tutte inedite create appositamente per lo spazio della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dalla pittura al video, dall’installazione alla fotografia.
Accanto ad artiste più conosciute come Marlene Dumas, Mona Hatoum e Shirin Neshat, la mostra sarà occasione di presentare le opere di altre che espongono per la prima volta in Italia. Tra queste Senga Nengudi, artista e performer afroamericana che realizza complessi lavori scultorei utilizzando capi d’abbigliamento d’uso prevalentemente femminile, come calze e collant, e Valeska Soares, brasiliana che attraverso le sue sensuali installazioni indaga il rapporto tra spazio reale e percezione personale dello stesso.
Il progetto espositivo, il cui allestimento è a cura del gruppo Cliostraat, è composto da più di 20 opere presentate dalle artiste. Il confronto tra le loro visioni, interessante per l’eccezionalità di un evento che vede riunite le opere di un gruppo così folto di artiste che riflettono sulla società di oggi, esprime il complesso panorama rappresentativo delle trasformazioni della società dall’inizio del XXI secolo.
“Il provocatorio titolo Non Toccare la Donna Bianca vuole essere una riflessione su come la donna come soggetto storico rappresenti il simbolo della diversità e della liberazione della nostra società contemporanea. Se Ferreri identificava la “donna bianca” con l’occidente e i suoi folli genocidi di minoranze e popolazioni conquistate, questa mostra preferisce riflettere sul “non toccare”, ovvero l’ordine della società occidentale imposto al resto del mondo attraverso la propria potenza economica. Il lavoro delle artiste invitate non si focalizza sull’identità femminile in contrapposizione a quella maschile: ognuna, operando su territori diversi e contradditori come l’Asia, il Medio Oriente, l’Europa e gli Stati Uniti, vuole definire la propria diversità come strumento di liberazione, sia del proprio linguaggio che degli stereotipi che hanno spesso limitato la comunicazione del soggetto “donna” nella cultura e nell’arte contemporanea. La loro arte è politica non perché affronta esplicitamente temi politici ma perché infrange continuamente con il proprio linguaggio artistico i divieti dell’ordine prestabilito dall’egemonia occidentale con la natura del proprio linguaggio artistico”. (Francesco Bonami)
Artisti in mostra
Micol Assael, Maja Bajevic, Berlinde De Bruyckere, Marlene Dumas, Ellen Gallagher, Carmit Gil, Fernanda Gomes, Lyudmila Gorlova, Mona Hatoum, Michal Helfman, Emily Jacir, Koo Jeung-a, Daniela Kostova, Senga Nengudi, Shirin Neshat, Shirana Shabazi, Valeska Soares, Nobuko Tsuchiya, Shen Yuan.
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