“Vi prego di onorarmi della Vostra attenzione su ciò che segue. Nel 1903, a otto anni, ebbi il mio primo incidente aviatorio.Un'ampia cicatrice alla fronte, ancora ben visibile, me lo ricorda costantemente. Con i miei fratelli costruivamo i cosiddetti cervi-volanti (che noi chiamavamo stelle). Un giorno, mentre correvo guardando in alto la mia stella che volava a meraviglia sorretta da un lungo filo, andai a cozzare con la fronte su una colonna di ferro, che mi produsse un profondo e largo taglio.”
Tratto da: Riccardo Giacconi, Controvena
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta la mostra L’uomo che sedeva su sé stesso, a cura di Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stànitz.
La mostra conclude il progetto giunto alla nona edizione della Residenza per Giovani Curatori Stranieri, coordinata da Lorenzo Balbi.
Fin da bambino hai costruito la tua realtà. Hai raccolto frammenti del mondo, costruito castelli di sabbia e messo in scena le storie della tua immaginazione. Più il tempo passava, meno salda diventava la tua presa sulla fantasia, e il sottile filo che legava i tuoi sogni alle tue mani si indeboliva e, forse, svaniva. Oggi la concreta realtà della vita si fa sentire a ogni inciampo. Lo vedi con la massima chiarezza nell’ambiente urbanizzato, nelle infrastrutture, nelle abitazioni, nelle sedie su cui ti siedi.
Il mondo fisico costringe e recinta. Attraverso il tatto e l’istruzione, ti insegna come stare nel mondo, come agire, che forma prendere. È il nutrimento della fantasia, ma anche la struttura a cui la tua realtà è ancorata. Ciascun artista in questa mostra ha trovato il modo di aggirare le colonne di ferro della realtà, facendosi architetto della propria mitologia.
Riccardo Arena ci parla di un viaggio epico all’insegna dell’enigma e del mistero, attraverso il paesaggio della sua metafisica, mentre Matilde Cassani abbassa il soffitto con tralci e tendini che nascondo e legano allo stesso tempo. Attraverso lo spazio, la composizione di pannelli coreografata da Tomaso De Luca gioca con l’assenza di un protagonista preciso. In un atto di rimemorazione, la luce tremolante di una lampadina ci parla delle invenzioni e delle disavventure del nonno di Riccardo Giacconi. Un metodo per interpretare e riconfigurare le idee dell’artista è quello proposto da Matteo Stocco, che reimmagina la mostra, visualizzando spettri di spazio alternativi e creando una sequenza potenzialmente infinita di possibilità digitali.
Residenza per Giovani Curatori
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo promuove annualmente il programma di Residenze per giovani curatori. Il progetto si pone il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e intellettuali di giovani curatori alle prime armi e quello di promuovere l’arte contemporanea italiana in ambito internazionale. Se dal punto di vista immediato l’iniziativa risulta quale laboratorio sperimentale per le pratiche curatoriali, il contatto di professionisti internazionali con giovani artisti in Italia ha lo scopo di creare un network che diffonda la conoscenza della scena artistica italiane in maniera indiretta. La residenza si pone come trait d’union tra la fine del percorso educativo e l’ingresso nel mondo della professione ed è strutturata come attività didattica semi-autonoma con una serie di incontri formativi e di attività di supporto a tempo parziale.
La residenza è organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
Mediapartner: Artribune
Ogni anno tre giovani curatori stranieri sono invitati a trascorrere un periodo di ricerca in Italia finalizzato all’organizzazione di una mostra. La selezione dei partecipanti avviene tramite il contatto con le migliori scuole internazionali per curatori: il Royal College of Art – Curating Contemporary Art MA (London); il Bard College Center for Curatorial Studies (New York); il Curatorial Training Programme De Appel (Amsterdam); la Konstfack Academy (Stokholm); l’Independent Study Program Withney Museum (New York); il Goldsmith’s College (London); il California College of the Art – MA in Curatorial Practice (San Francisco) e l’Ecole du Magasin di Grenoble. I partecipanti sono selezionati in seguito a segnalazioni dei direttori dei corsi coinvolti tramite invio di curriculum, descizioni progetti realizzati e testi pubblicati o recentemente redatti per una prima selezione. La scelta finale viene effettuata da una giuria internazionale in seguito a colloqui individuali.
La residenza dura quattro mesi e si conclude con una mostra di artisti italiani presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Il programma della residenza è formulato al fine di agevolare la ricerca della scena artistica italiana. La preparazione della mostra è preceduta da incontri con artisti e galleristi, dallo studio di materiale bibliografico, da viaggi e visite a musei di Milano, Venezia, Roma, Bologna, Napoli, Palermo, oltre che a collezioni private. Ai curatori viene inoltre offerto un ricco programma di seminari intensivi e tutoring individuale periodico.
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