La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta The Institute of Things to Come, un centro di ricerca temporaneo sul futuro che da Febbraio a Settembre 2017 proporrà un ciclo di quattro mostre personali collegate a un programma di formazione. The Institute of Things to Come è realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando ORA! Linguaggi contemporanei produzioni innovative.
A cura di Ludovica Carbotta e Valerio Del Baglivo
Per il secondo capitolo del progetto, l’artista Kapwani Kiwanga presenta Afrogalactica (2011–in corso), un racconto epico dell’ Afronaut Odissey. Combinando fatti storici a dati di finzione, l’artista impiega una metodologia simile a quella della ricerca antropologica. Spaziando tra video, suono e performance, Kiwanga realizza lavori che rivisitano il passato, creando nuove storie da prospettive soggettive, storytelling, fantascienza e cultura popolare.
L’opera Afrogalactica si presenta come un complesso organismo di elementi eterogenei, dal quale emergono storie differenti. Questa ricerca a lungo termine combina riferimenti a varie forme contemporanee di cultura popolare e accademica, ponendo al centro dell’indagine l’Afrofuturismo, un fenomeno culturale al quale è spesso associato il musicista jazz Sun Ra. Per la sua mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Kapwani presenta un’installazione multiforme, nella quale oggetti, testi e video interviste con scienziati e musicisti si legano al fine di dare inizio al progetto di rimpatrio di Sun Ra al suo pianeta natale, Saturno. Durante l’inaugurazione della mostra, inoltre, Kiwanga conduce la performance-lecture Afrogalactica: brief history of the future nella quale impersona un antropologo proveniente dal futuro: utilizzando il linguaggio ed i codici di comportamento delle presentazioni accademiche, Kiwanga prende spunto da riferimenti alla storia e alla cultura recenti, per riferire della nascita della neonata Agenzia Spaziale degli Stati Uniti d’Africa.
Nei giorni precedenti la mostra l’artista ha condotto, in collaborazione con la scrittrice e curatrice Mirene Arsanios, il workshop dal titolo Future ruins: reading the city, writing its future che esplora metodologie di scrittura speculativa, come strumento per la proiezione e l’immaginazione di nuovi futuri. La storia e l’architettura della città di Torino saranno fonte d’ispirazione per condurre discussioni sulla realtà urbana locale, e il modo in cui questa potrebbe essere re-immaginata e ri-scritta. I partecipanti sono stati invitati a proporre storie alternative sul futuro della città, con il fine di riscriverne una guida alternativa. I partecipanti selezionati al workshop: Yulya Besplemennova, Vincent Ceraudo, Cedric Fauq, Jaime Gonzalez Cela y Manuela Pedron Nicolau, Aoibheann Greenan, Marenka Krasomil, Alice Pedroletti, Giulio Squillacciotti, Ambika Thompson, Saul Williams.
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