La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, Europium, installazione di Thomas Teurlai (Meaux, Francia, 1988).
A cura di Lorenzo Balbi
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, Europium, installazione di Thomas Teurlai (Meaux, Francia, 1988).
Thomas Teurlai è uno dei cinque artisti selezionati per il Postgraduate Progamme (settembre 2013 – luglio 2014) dell’Ecole Nationale Superieure des Beaux-Arts di Lione, istituto con cui la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha attivato una intensa collaborazione nell’ottica di approfondire il proprio lavoro di ricerca sui nuovi talenti artistici.
La collaborazione tra Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e ENSBA Lyon si è concretizzata, negli scorsi anni, con due solo show di due tra gli artisti partecipanti al Postgraduate Programme: Julien Creuzet. Standard & Poor’s, on the Way, the Price of Glass (Martinica, 1986. A cura di Stefano Collicelli Cagol, nel 2012) e Riikka Kuoppala. La Casa di biscotti (Finlandia, 1980. A cura di Lorenzo Balbi, nel 2013).
Le opere di Thomas Teurlai sono installazioni immersive in cui lo spettatore è chiamato ad entrare in contatto con un mondo nuovo creato dall’artista, un luogo in cui si fondono paure e colpi di scena, inquietudine e sorpresa. Le attrezzature tecniche misteriose, i motori in moto, le scintille e le fiamme accese che compongono le sue sculture sono affascinanti ma allo stesso tempo pericolosi, opere dal grande impatto estetico ed emotivo che ricordano laboratori in cui vengono effettuati misteriosi esperimenti scientifici.
La vera forza dei suoi lavori è giocare con i sensi del pubblico, trasportandoli in ambienti apparentemente poco familiari. Tutte le sue opere hanno, a livello estetico, un aspetto industriale o anche domestico eppure ciò che si percepisce è conosciuto, perché riguarda paure o oggetti quotidiani (utensili accesi all’interno di una vasca d’acqua, un saldatore acceso in una stanza da letto, delle fiamme accese che fuoriescono al posto dell’acqua in un impianto antincendio, del vino nei radiatori di un impianto di riscaldamento domestico). L’artista compie una vera e propria impresa nel trasferire le sue esperienze, i suoi luoghi e la sua sensibilità per ciò che è naturale ed imprevedibile nelle sue opere, in un contesto estetico artificiale, dove la presenza umana è allo stesso tempo mano del demiurgo e vittima inconsapevole.
In quest’ottica, e per cercare di mettere l’artista in grado di lavorare seguendo le proprie attitudini, Thomas Teurlai ha svolto un periodo di studio e ricerca di alcuni giorni a Torino e, affascinato dalla storia e dal presente industriale e tecnico della città ha elaborato un nuovo progetto per la sua prima mostra personale in Italia in uno spazio istituzionale per l’arte contemporanea.
Dagli anni ’60 in poi le nostre case e le nostre vite sono state gradualmente occupate da “scatole magiche” (tv, stereo, telefoni, computer…) che tendono a diventare obsolete ancora prima di essere comprate. Nei connettori e nelle componenti che costituiscono il “cuore” di queste apparecchiature si trovano diversi tipi di metalli preziosi (oro, argento, platino, palladio…) e la loro veloce obsolescenza è più efficace della nostra consapevolezza riguardo al fatto che insieme ai nostri rifiuti tecnologici, ogni giorno, vengono gettati chili di oro nelle discariche di tutto il mondo. Si calcola che in una tonnellata di rifiuti tecnologici (RAEE, questo la denominazione tecnica di questo tipo di rifiuti, letteralmente “Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) siano contenuti circa 500 grammi d’oro e che in una tonnellata di vecchi telefonini siano nascosti 300 grammi di oro e 2,5 kg d’argento.
Europium è opera a metà tra una miniera urbana contemporanea super-tecnologica e un laboratorio domestico improvvisato. Un luogo in cui si aprirà una concessione mineraria parallela e dove l’artista cercherà provocatoriamente di implementare tutte le apparecchiature e le conoscenze necessarie per l’estrazione dei metalli preziosi dai componenti elettronici obsoleti, dai nostri rifiuti tecnologici.
La pratica dell’“Urban Minig” è un fenomeno noto già da diverso tempo e numerosi tutorial sono disponibili su youtube e sui blog specializzati; consiste proprio nel recuperare questi metalli in un modo domestico “fai da te” e fare in modo così di arrotondare le proprie entrate o per hobby.
Quello che interessa particolarmente Thomas Teurlai riguardo a questo fenomeno è la nozione di Economia Parallela. Il riciclo di questo oro è un monopolio controllato da compagnie specializzate e i laboratori domestici che si vedono nei video, arrangiati nelle cantine e nei garage, con alambicchi, sifoni e strane tubature, sembrano molto più dei laboratori illegali di metanfetamine
alla Breaking Bad che dei luoghi per l’estrazione dell’oro dai rifiuti.
La stessa idea di farne un’installazione artistica, prende quindi i contorni di un lavoro che rifletta sullo sviluppo e sullo sfruttamento di un dispositivo che, anche se formalmente interessante, attraente e accattivante, viene sviluppato solo in termini di utilizzo, tendendo ad una sua ottimizzazione per motivi apparentemente estranei all’estetica.
Da questa gigante operazione di dissezione della spazzatura emergerà l’architettura dell’installazione, incontrollata e incontrollabile, realizzata come le miniere urbane su territorio pubblico, da individui nascosti in abitazioni di fortuna, capolavori di inventiva tuttofare, realizzati giocando a nascondino con le autorità, cercando di strappare un paio di grammi di ricchezza nelle milioni di metri cubi di spazzatura trasportati via ogni giorno dal fiume del progresso.
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