A cura di Ilaria Bonacossa
Durante l’anno dedicato alla donna, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta il progetto espositivo D-segni, a cura di Ilaria Bonacossa. Si tratta di un ciclo di quattro mostre monografiche di disegni realizzati da artiste italiane e internazionali. Ogni mostra si tiene negli spazi della Fondazione e ha la durata di un mese, secondo il seguente calendario:
15 gennaio -15 febbraio Marguerite Karhl (America)
Sospesi tra immagini reali e cartoni animati, evocando la possibilità di un mondo alternativo eco-friendly, le opere della Kahrl disegnano una possibile convivenza pacifica, che non si basa sull’annullamento, tra le tecnologie più sofisticate e la sua arte. Un’espressione artistica che attraverso il disegno determina una rivincita del tratto manuale, quindi intimo e personale, sulla riproduzione seriale, ma che segna anche un’integrazione con immagini ricorrenti del mondo contemporaneo.
19-29 febbraio e 8-14 marzo Micol Assaël (Italia)
I lavori della Assaël, riflessione sul binomio assenza/esistenza, sono una serie di disegni in cui le forme bianche, interagendo con la luce, definiscono dimensioni percettive diverse. Segni neri, macchie informi, invadono, o meglio, aggrediscono lo spazio delle pagine di libri scientifici, trasformandoli. Gli interventi della Assaël restano però esteticamente minimali, come se l’assenza diventasse, attraverso quel senso di vuoto, quella che una poesia di Attilio Bertolucci definisce una più acuta presenza.
18 marzo – 18 aprile Tabaimo (Giappone)
Attraverso video e disegni l’artista esplora le tensioni sociali e culturali del Giappone contemporaneo, tentando di sovvertire, in maniera ironica e vivace, gli stereotipi della sua cultura e delle tradizioni. Le immagini tratte dalla vita quotidiana svolgono una critica pungente; la sua visione “normale” e la profonda appartenenza al mondo giapponese hanno la forza di dare vita ad una visione globale e informata del mondo contemporaneo tinta di sarcasmo e perfidia. In visioni piene d’humour Tabaimo mescola il quotidiano ad un mondo surreale popolato di piccoli omini che escono dal frigo e da sadiche massaie.
Il suo lavoro offre una complessa e pessimistica visione del Giappone contemporaneo, che viene evocato dai simboli della cultura nipponica, che l’artista manipola, decontestualizzandoli, provocando nel pubblico una riflessione su temi sociali come il suicidio, i licenziamenti di massa, il nazionalismo.
22 aprile – 16 maggio Katrin Sigurdardottir (Islanda)
Le opere di quest’artista, islandese di nascita, ma che vive e lavora tra New York e Reykjavik, riflettono queste sue migrazioni da una città all’altra, luoghi in cui ritrova sensazioni che durante il periodo di lontananza si erano assopiti, ma che sente di portare dentro di sé come in un ricordo primordiale. Sulla base di queste considerazioni, l’artista analizza e illustra, attraverso le proprie opere, il legame che si stabilisce tra i luoghi, la memoria, l’immaginazione e il senso di disorientamento.
Entrare in un villaggio disegnato dalla Sigurdardottir significa perdersi nelle sue strade, confondersi tra il ricordo di un’immagine già vista in passato e la consapevolezza di essere per la prima volta in quel posto. Transitare per un luogo è, per l’artista islandese, una metafora della vita stessa, che è un passaggio, e non un punto di arrivo o di partenza.
Con questa serie di mostre monografiche, si intende portare alla luce la rinnovata importanza del disegno nel discorso artistico contemporaneo; uno sguardo indietro, oltre che nella tecnica, che rappresenta la necessità di una riflessione, di un fermarsi, in una società dove la velocità con cui passano le informazioni è sempre più alta, ad osservare il mondo, analizzarlo e rappresentarlo nelle sue diverse forme attraverso sottili metafore. Il visitatore avrà la possibilità di confrontarsi con quattro artiste contemporanee il cui lavoro varia enormemente in tecnica, misura, temi e raffigurazioni.
I lavori dell’artista americana Marguerite Kahrl, sospesi tra immagini reali e cartoni animati, evocando la possibilità di un mondo alternativo in cui uomo e natura convivono in armonia. La riflessione dell’artista romana Micol Assaël si concentra invece sul binomio assenza/esistenza. Nelle sue opere segni neri, macchie informi, aggrediscono lo spazio delle pagine di libri scientifici, trasformandoli; l’arte invade così il mondo della scienza e lo spazio fisico delle cose. La giovane artista giapponese Tabaimo esplora le tensioni sociali e culturali del Giappone contemporaneo e tenta di sovvertire, in maniera ironica e vivace, gli stereotipi della sua cultura e delle sue tradizioni. Il legame che si stabilisce tra i luoghi, la memoria, l’immaginazione e il senso di disorientamento sono invece le tematiche al centro dell’opera dell’artista islandese Katrin Siguardardottir.
Artisti in mostra
Marguerite Karhl, Micol Assaël, Tabaimo, Katrin Sigurdardottir.
The information was successfully sent
There was an error while sending a message