La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta una grande mostra collettiva dedicata alle nuove tendenze della pittura internazionale. L’esposizione è prodotta in collaborazione con l’Institute of Contemporary Arts – ICA di Londra ed è curata dal suo direttore, Gregor Muir.
A cura di Gregor Muir
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 29 ottobre al 1 febbraio 2015, presenta Beware Wet Paint, a cura di Gregor Muir, Direttore dell’Institute of Contemporary Arts a Londra.
Beware Wet Paint propone un nuovo percorso, che vede la pittura come pratica autoreferenziale, interessata più alla propria memoria che alla rappresentazione del mondo o della psiche dell’artista.
Artisti presenti in mostra: Korakrit Arunanondchai, Isabelle Cornaro, Jeff Elrod, Nikolas Gambaroff, Nathan Hylden, Parker Ito, Oscar Murillo, Diogo Pimentão, Pamela Rosenkranz, Ned Vena e Christopher Wool.
Beware Wet Paint presenta opere di artisti che considerano la pittura come parte integrante di una pratica multidisciplinare. Il titolo della mostra si rifà a un aneddoto di Richard Hamilton su Marcel Duchamp, che era solito ripetere queste parole lentamente, con un’enfasi sinistra sulla parola ‘beware’, attenzione, a sottolineare la natura dirompente di una forma d’arte solo in apparenza tradizionale. La mostra evoca anche il ruolo svolto in pittura dall’artista concettuale, e da chiunque possa essere definito ‘praticante senza licenza’, termine già utilizzato dall’artista americano Richard Prince per designare la propria pratica di ri-fotografare fotografie originali. L’espressione può essere ugualmente applicata al processo storico per cui la pittura è divenuta meno elitaria e sempre più accessibile a tutti. La mostra colloca anche Christopher Wool fra gli esempi più rappresentativi di una nuova generazione di artisti accomunati dalla fascinazione per i processi concettuali e per le tecnologie digitali. Mentre le generazioni precedenti dei moderni e contemporanei guardavano alla fotografia di solito su giornali e libri di testo scientifici, come a una fonte di materiale, in primo piano oggi ci sono internet e i mezzi di comunicazione digitali da cui attingere immagini. Di conseguenza, la tradizione degli artisti che lavorano con la fotografia analogica, quella che collega Luc Tuymans a Gerhard Richter, e quest’ultimo a Francis Bacon, si è interrotta nel momento in cui siamo entrati in relazione con i media digitali, che Jeff Elrod definisce “senza attrito”.
La mostra è in collaborazione con l’ICA di Londra.
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