A cura di Francesco Bonami
Una mostra che invita a isolarsi acusticamente e a concentrarsi su specifiche sensazioni uditive, un’esperienza resa possibile dal particolare allestimento. Le opere saranno tutte fruibili tramite l’uso di cuffie con cui il visitatore si muoverà nello spazio espositivo, in apparenza silenzioso eppure invaso da una molteplicità di fonti sonore.
L’esposizione Silenzio. Una mostra da ascoltare riunisce le opere di cinquanta artisti e performer internazionali già storici ed emergenti, prodotte dagli anni ’60 a oggi, nelle quali il suono è oggetto di indagine, osservato come artefatto culturale, usato come strumento di espressione, esplorato come sfera di esperienza estetica. Non dunque un suono puro, astratto dalle proprie origini ma una sinfonia di note e rumori la cui fonte resta riconoscibile, il referente svelato e posto al centro della narrazione. Opere audio e video, installazioni e performance che non promuovono una percezione del suono in sé, ma instillano molteplici associazioni che connettono l’universo uditivo alla sfera del quotidiano.
“Ovunque siamo, noi sentiamo sempre dei suoni. Se non vi prestiamo ascolto, ci irritano. Se invece li ascoltiamo, li troviamo affascinanti. Il suono di un camion che viaggia a 50 Km all’ora. Disturbi di frequenza alla radio. La pioggia. Vogliamo catturare questi suoni e controllarli; non usarli come effetti sonori, ma come strumenti musicali.” (John Cage)
Prendendo in prestito il titolo del famoso libro del compositore statunitense John Cage, la mostra vuole sottolineare come il suono e il rumore facciano oggi parte della nostra percezione visiva della realtà. Accompagnato costantemente dalla musica dell’iPod l’individuo contemporaneo costruisce continuamente la sua colonna sonora che lo segue nel percorso fra le immagini della quotidianità.
Se Cage considerava musica il rumore del traffico che saliva dalla Sesta Avenue nel suo loft di Manhattan, oggi possiamo invece isolarci dentro le nostre teste, escludendo la realtà che ci circonda e aggiungendo il suono che più ci piace alle immagini che preferiamo. Silence. Listen to the Showè una riflessione sullo strano matrimonio tra immagini e suoni della nostra condizione contemporanea.
Cage è dunque figura emblematica della mostra, per le rivoluzioni che ha introdotto nel campo musicale ma anche per il ruolo di ponte tra le discipline che ha avuto, influenzando non solo generazioni di musicisti ma anche di artisti. L’aspetto di interdisciplinarietà è infatti uno dei tratti caratterizzanti dell’esposizione.
Una sezione specifica della mostra è così dedicata alla musica e a quei compositori storici e contemporanei che più hanno sperimentato sulla natura del suono. Tra essi, oltre a Cage, Aphex Twin, Sussan Deyhim, Momus, Meredith Monk, Luigi Nono, Pan Sonic, Stefano Pilia.
Ma la musica è anche presente come oggetto di indagine in molti lavori artistici, performance, installazioni e video, che riflettono sul suo ruolo estetico, culturale e sociale, come nei casi delle opere di Johanna Billing, Roberto Cuoghi, Jeremy Deller, Ceal Floyer, Terence Hannum, Susan Philipsz, Gillian Wearing.
La voce umana, sia essa parola, canto o urlo, è al centro di altre opere, che la usano come il veicolo della comunicazione. Da Vito Acconci a Kristin Oppenheim, da John Baldessari a Marcel Broodthaers a Louise Lawler, la voce diviene lo strumento più o meno efficace, più o meno deformato, di una narrazione.
Artisti in mostra
Adel Abdessemed, Vito Acconci, Doug Aitken, Victor Alimpiev, Aphex Twin, Micol Assael, John Baldessari, Samuel Beckett, Johanna Billing, Marcel Broodthaers, John Cage, Janet Cardiff e George Bures Miller, Enrico Castellani, Martin Creed, Roberto Cuoghi, Jeremy Deller, Sussan Deyhim, Trisha Donnelly, Ceal Floyer, Gleen Gloud, Henrik Hakansson, David Hammons, Terence Hannum, William Hunt, Joris Ivens, Hassan Khan, Louise Lawler, Arto Lindsay, Christian Marclay, Matmos, Momus, Meredith Monk, Takeshi Murata, Carsten Nicolai, Luigi Nono, Kristin Oppenheim, Pan Sonic, Diego Perrone, Susan Philipsz, Stefano Pilia, Mika Ronkainen, Julian Rosefeldt, Anri Sala, Tino Sehgal, Johannes Stijärne e Ola Simmons, Karlheinz Stockhausen, Alberto Tadiello, Enzo Umbaca, Gillian Wearing, Artur Zmijewski.