Dal 29 agosto 2014 al 1 marzo 2015, la Galleria Giorgio Franchetti CA' D'ORO a Venezia presenta DIVINE. Splendori in scena. Il gioiello fantasia dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, mostra organizzata da Veneto Sistema Spettacolo, in partnership con Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Con il patrocinio di MiBACT e Comune di Venezia.
La mostra, a cura di Rosangela Cochrane, prevede l'esposizione di circa 400 esemplari di Gioielli Fantasia provenienti dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Il percorso espositivo accompagnerà il visitatore attraverso la produzione di bijoux realizzati negli Stati Uniti tra gli anni '30 e gli anni '70, con alcuni esemplari anche degli ultimi anni. Saranno esposte grandi collane, coloratissimi orecchini, spille stravaganti, bracciali eccentrici. Le tematiche affrontate: Insieme con le stelle; Il fascino del gioiello fantasia; Lo splendore di Hollywood; Miriam Haskell; Le meraviglie del regno animale; La misteriosa bellezza delle trasparenze; Il cammino della plastica; Sogni tropicali; Personaggi e maschere, dal giardino incantato; Mughul: l'eterno fascino; Corone e patriottici; Solo un divertimento;
Riflessi natalizi.
La storia del gioiello non prezioso, dapprima legata alla semplice copia dei monili autentici e successivamente sviluppatasi come ambito di ideazione e produzione autonoma, trova un momento fondante negli anni Venti come complemento delle creazioni di alta moda, in particolare parigina (Chanel, Schiaparelli). Sono tuttavia gli Stati Uniti ad accogliere, arricchire ed espandere il grande repertorio del Gioiello Fantasia (o Costume Jewelry), trasformandolo in un vero e proprio settore produttivo, con centinaia di manifatture, migliaia di addetti e decine di ideatori a cui si deve un’idea radicalmente nuova dell’ornamento, in termini di forme, di materiali, di messaggi.
La Costume Jewelry è infatti la bigiotteria creata appositamente per adornare un vestito. Il termine viene usato per la prima volta in riferimento ai bijoux disegnati da Hobé per i costumi di scena delle Ziegfeld Follies, una serie di spettacoli teatrali prodotti a Broadway, e ha poi un considerevole sviluppo anche con il cinema muto di Hollywood.
Il grande boom del Gioiello Fantasia avviene nel periodo della grande Depressione del 1929-1939. Con la scomparsa dei prodotti di lusso, legata alle ristrettezza economiche e ai vincoli commerciali, la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l'unica via di sopravvivenza per i gioiellieri. Nonostante l'utilizzo di pietre e leghe di modesta qualità, le forme meravigliose e anticipatrici di tante tendenze di questi gioielli sono il segno evidente delle straordinarie capacità creative dei designer dell'epoca. Anche le dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh li indossano su loro abiti di scena (Joseff crea monili per centinaia di pellicole di gran successo, tra cui Via Col Vento). I bijoux hanno finiture accurate e design sbalorditivi. I colori, le forme e gli innumerevoli soggetti da giorno e da sera piacciono immensamente, tanto che, anche quando finisce la guerra e ritornano in auge i gioielli veri, i Gioielli Fantasia continuano ad essere realizzati. Anzi, la produzione continua a svilupparsi. E la loro storia procede parallelamente a quella dei gioielli veri e della moda.
La mostra alla Ca' D'oro presenterà gli esemplari concepiti ed elaborati dai più importanti designer come Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, fino a Wendy Gell e Iradj Moini. Si farà luce sui materiali di grande impatto visivo, come la bachelite, la lucite, i cristalli, il rodio e sulle
tecniche come la smaltatura.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo: "Ho sviluppato interesse per questi gioielli fantasia perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali. E la depressione del '29 fu un motivo ispiratore per fantastiche creazioni. E' importante il significato e il contenuto che essi trasmettono, la loro aderenza e precisione col momento storico in cui sono stati realizzati. Nella Costume Jewelry ricerco la creatività, la fantasia e apprezzo l'uso di materiali innovativi, come la gomma vulcanizzata, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e l'acrilico, capaci di anticipare tante tendenze future.
Sono gioielli "poveri ma belli", accessibili e alla portata di tutti. Mi sono appassionata agli smalti di Marcel Boucher, alle spille eccentriche di Eisenberg, ai bellissimi Trifari (indossati anche da Mamie Eisenhower), alle forme glamour delle collane di Miriam Haskell, alle creazioni di Kenneth Jay Lane (il celebre bijoutier ricercato dalla Duchessa di Windsor, da
Jackie Kennedy e dall'allora direttrice di Vogue Diana Vreeland), alle folli composizioni della giovane Wendy Gell, all'immaginazione sfrenata del contemporaneo Iradj Moini"
CA' D'ORO, Galleria Giorgio Franchetti
Cannaregio 3932, Venezia
martedì-domenica: 8.15-19.15 / lunedì: 8.15-14
www.cadoro.org