Burning Speech

Burning Speech

24 Giugno 2021 - 10 Ottobre 2021

Burning Speech
A cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 24 giugno al 10 ottobre, presenta Burning Speech, a cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini.

“Burning Speech” è la mostra collettiva parte della prima stagione di Verso, programma della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, progettato e prodotto con l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte, nell’ambito del Fondo nazionale per le politiche giovanili.

La mostra esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici – o speech acts – del filosofo J. L. Austin, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un’azione e a produrre un effetto reale nel mondo, “Burning Speech” indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l’aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio “Burning Acts: Injurious Speech” (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di rappresentazione e produzione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all’odio.

“Burning Speech” si articola in un sistema composto da differenti voci che rievoca le assemblee politiche e studentesche, in cui ai discorsi declamati dagli individui si alternano discussioni e prese di posizione collettive. La mostra interroga varie prospettive attraverso posture e configurazioni che la parola può assumere nello scenario contemporaneo. Il linguaggio della protesta come campo dell’autodeterminazione che unisce privato e collettivo, in grado di generare identità comunitarie porose e diritti; L’assemblea come architettura discorsiva e gestuale in cui prende vita il confronto civico e politico e dove sono giocate le regole democratiche per affrontare i conflitti; La poesia e il ritmo della parola come agente generativo di nuove consapevolezze sottratte alle griglie economiche della produzione; La performatività richiesta in ambiti formativi e lavorati come modalità per raggiungere obiettivi e il suo lessico comunicativo standardizzato, mirato all’efficienza e all’efficacia; L’algoritmo come nuovo linguaggio in grado di costruire interessi e opinioni sulle piattaforme social, e la complessità della sua regolamentazione in relazione alle sue implicazioni sociali, politiche e di privacy;

Il linguaggio è allora un dispositivo socio-politico in grado di determinare le opinioni e le condizioni delle società che viviamo come collettività. Lo speech, lo spazio del discorso, rappresenta una dimensione performativa mai neutra, dove sono continuamente negoziate le condizioni di inclusione ed esclusione, e dove è possibile iscrivere nuove politiche antidiscriminatorie comunitarie.

Artistə: Ruth Beraha, Anouk Chambaz, Claire Fontaine, Antonio Della Guardia, Simon Denny, Beatrice Gibson, Sharon Hayes, Adelita Husni-Bey, Bouchra Khalili, Barbara Kruger, Liz Magic Laser, Hanne Lippard, Eva Marisaldi, Slavs and Tatars, Cerith Wyn Evans