Badly Buried
Artiste/i: Jacopo Belloni, Irene Coppola, Alessandro Di Pietro, Giovanni Giaretta, Eleonora Luccarini, GianMarco Porru, Agnese Spolverini, Massimo Vaschetto, Ilaria Vinci
Curatrici: Jade Barget, Naz Cuguoğlu, Alice Sarmiento
Palazzo Re Rebaudengo, Piazza Roma 1, Guarene
Date: 2 ottobre – 28 novembre, 2021
Inaugurazione: 2 ottobre dalle 16.30 alle 18.30
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 2 ottobre al 28 novembre, a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene, Badly Buried, mostra che conclude la quindicesima edizione del Young Curators Residency Programme. La residenza è sostenuta dalla Compagnia San Paolo.
Sotto a Palazzo Re Rebaudengo si nascondono dei tunnel sotterranei. Nessuno sa dove conducono o cosa celano, ma qualcuno dice che di notte, ascoltando attentamente, si possono sentire delle voci e intravedere delle ombre che sgusciano rapidamente da dietro gli angoli. Eppure, sotto le spoglie dello spazio domestico, questi tunnel potrebbero rimandare al modo in cui il fantastico si può nascondere nelle cose più ovvie.
Badly Buried è una discesa; un’immersione per amalgamarsi con ciò che sta al di sotto. Attraversati i tunnel segreti che ci fanno accedere al sotterraneo, iniziamo a comprendere il sottosuolo come un mutaforma: è il terreno, l'inconscio, una miniera, una stanza segreta del sesso, una caverna o una tomba. È uno spazio in cui materia e immaginario si fondono.
Nel corso dei secoli, il fascino del sottosuolo ha plasmato la mitologia, la poesia epica e le forme popolari di letteratura. Dal mito egizio di Osiride del 24esimo secolo a.C., con la sua discesa negli inferi e la trasformazione in padrone dell’Aldilà, sino al 1862 e alla caduta di Jean Valjean nelle fogne viscide di Parigi, in cui si nascondono i personaggi de Les Misérables di Victor Hugo. In Notes on the Underground (2008), la storica Rosalind Williams indaga il sottosuolo come ambito concettuale, tracciando la genealogia di racconti così antichi e universali la cui organizzazione fondamentale – al contrario di superficie e profondità – potrebbe tranquillamente essere radicata nella struttura del cervello umano.
Scendere nel sottosuolo e nei suoi mondi interiori è un atto di ricerca, di lotta contro l’ignoto, contro l’abietto e l’interiore; di apertura di passaggi e di condivisione del mostruoso. Discendendo, la mostra domanda: quale conoscenza deriva dall'atto di calarsi fisicamente, psicologicamente e socialmente nelle cose? Emergendo dal sottosuolo, quali narrazioni dissotterriamo? Cosa può rivelare l'oscurità?
Oltrepassate le soglie tra i mondi, la conoscenza riemerge sotto forma di performance, installazioni e immagini in movimento che indagano le nozioni di mostruosità, piacere, morte, segretezza e lavoro. Le opere ci portano dalle viscere di una segreta BDSM al bagno di un folletto, dalle profondità del subconscio a quelle della terra, e ritorno.
Le sculture e le installazioni di Jacopo Belloni introducono pratiche esoteriche e rituali comuni alle forme della spiritualità contemporanea nello spazio storico di Palazzo Re Rebaudengo. Le opere di Ilaria Vinci sono di natura speculativa, delle narrazioni fantastiche che immaginano realtà alternative, mentre "TOMB WRITER" di Alessandro di Pietro trasforma il palazzo in una tomba, dove corpi morti ritornano sulla terra, in un modo ciclico di pensare al tempo.
Nella stanza che ospita l'opera di Irene Coppola si ha come la sensazione di risalire nuovamente in superficie, con le cicatrici che l’artista fa emergere dalla storia recente per sostenere narrazioni alternative. Usando materiali industriali, Coppola costruisce un frutteto spettrale fatto di piante tropicali, che testimoniano silenziosamente la violenza della guerra e dell'intervento coloniale. Salendo ulteriormente lo spettatore si trova di fronte a "MALEDETTA" di GianMarco Porru. In questa video installazione a tre canali assistiamo a una sessione di ipnosi in cui una voce fuori campo rivela, in maniera allucinata, il modo in cui Medea – maga e maestra nell'arte delle pozioni e dei veleni – si sia trasformata in una figura mostruosa a causa di forze del tutto estranee al suo controllo.
Viaggiare nei mondi sotterranei significa anche guardarsi dentro, nelle nostre profondità. Per Badly Buried, Eleonora Luccarini si è immersa nell'abisso del suo io multidimensionale per lottare con il suo alter ego Leonard Santé, mentre Massimo Vaschetto esplora la cultura BDSM in cui, riprendendo il topos letterario della catabasi, chi pratica il sadomasochismo si abbandona agli inferi per poi tornare fisicamente, emotivamente o spiritualmente trasformato. Lì, l'artista trova risonanze con il cristianesimo.
Sprofondando ancora di più nel sottosuolo del Palazzo, la pratica basata sull’archeologia dei media di Giovanni Giaretta approfondisce gli immaginari del cinema cavern di Robert Smithson e la mineralità di cui sono fatti i nostri dispositivi digitali. Sepolti approssimativamente sotto le superfici lucide degli schermi, i materiali estratti trapelano nuovamente. Questi scavi ci portano ancora più in giù, verso le miniere di bitume di Abbateggio, dove Agnese Spolverini non solo racconta la storia del lavoro sommerso e delle sue condizioni oppressive, ma anche l'immensa amicizia e solidarietà necessarie per sostenere la vita in questo ambiente ostile.
Niente resta sotto terra a lungo quando è sepolto male. Il terreno si erode facendo riemergere segreti, conoscenze soppresse e la socialità di un mondo sotterraneo.
Palazzo Re Rebaudengo, Piazza Roma 1, Guarene
Orari: sabato e domenica 12-19 Ingresso gratuito
Young Curators Residency Programme
Le curatrici selezionate per la quindicesima edizione del Young Curators Residency Programme Torino (maggio – ottobre 2021) sono Jade Barget (Francia/Regno Unito), Naz Cuguoğlu (Stati Uniti/Turchia), Alice Sarmiento (Filippine). La coordinatrice e tutor della quindicesima edizione è Lucrezia Calabrò Visconti.
Le curatrici sono state selezionate dalla giuria composta da Renaud Proch, direttore artistico ed esecutivo di Independent Curators International, New York e Andrea Lissoni, direttore della Haus der Kunst di Monaco.
Il Young Curators Residency Programme Torino consiste in una residenza di ricerca in Italia che ha il duplice obiettivo di sviluppare le capacità professionali e critiche delle curatrici selezionate e quello di promuovere la scena dell’arte contemporanea italiana in ambito internazionale. La residenza offre alle tre candidate selezionate la possibilità di entrare in contatto e collaborare con un grande numero di artiste e artisti italiani, confermando l’impegno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a supporto dell’arte contemporanea nazionale e delle pratiche curatoriali emergenti. L’approfondito processo di ricerca, che vede le curatrici visitare più di duecento studi d’artista, musei e istituzioni artistiche sul territorio nazionale sotto la guida di una curatrice italiana di riferimento, culmina in una mostra curata con il supporto del team della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ora giunto alla sua quindicesima edizione, il Young Curators Residency Programme Torino resta un esempio unico in Italia e un progetto internazionalmente rinomato grazie alla qualità della formazione offerta, confermata dalla carriera delle alumnae e alumni del programma, che in molti casi ricoprono posizioni di rilievo in musei e istituzioni.
La selezione delle/dei partecipanti avviene in collaborazione con i più rinomati programmi internazionali per curatori: Royal College of Art, Londra; Graduate Program, Center for Curatorial Studies, Bard College, New York; Curatorial Program, De Appel, Amsterdam; CuratorLab, Konstfack University of Arts, Stoccolma; Independent Study Program, Whitney Museum of American Art, New York; MFA Curating, Goldsmiths University of London; MA Curatorial Practice, California College of the Arts, San Francisco; MAS/CAS Curating, Zurich University of the Arts. A partire da quest’anno la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha deciso di coinvolgere nuovi soggetti istituzionali in qualità di promotori delle candidature, con l’obiettivo di raggiungere una sempre maggiore rappresentatività della scena internazionale. Nel 2021 è stata istituita una convenzione con il Rockbund Art Museum di Shanghai, che tramite la costituzione di un comitato curatoriale responsabile delle nomine ha proposto candidate/i provenienti dalla Cina e dal Sud-est asiatico.
La residenza è organizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo.