21 novembre 2018
At the crossroads of different pasts, presents and futures
Simon O’Sullivan | Mohamed Abdelkarim | Nicoline van Harskamp
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 Torino
h. 18:30 - 21:00
The Institute of Things to Come inaugura l’edizione annuale 2018-2019 del programma, TERRA INCOGNITA, il 21 Novembre con At the crossroads of different pasts, presents and futures, una serata di lectures, performances e video-proiezioni alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Il termine “Terra Incognita” veniva utilizzato nella cartografia antica per indicare quelle terre non ancora esplorate. Per questa edizione, The Institute si è servito di questo riferimento come punto di partenza speculativo, per riflettere su territori e mondi inventati da artisti, che sono serviti come siti letterali o metaforici di sovversione, anti-autoritarismo, utopia e fantasia.
L’evento di apertura del programma annuale, At the crossroads of different pasts, presents and futures riflette sulle rappresentazioni standardizzate delle narrazioni storiche, sull’intrecciarsi di differenti piani temporali e sulla trasmissione come potenziale forma di resistenza a strutture di potere. Gli artisti invitati, Simon O’Sullivan, Mohamed Abdelkarim e Nicoline van Harskamp abitano mondi costruiti con logiche del tutto personali, luoghi dove comunità immaginarie, personaggi inventati e figure storiche intrecciano le loro vite per produrre contro-narrazioni che raccontino l’esistenza di paesaggi e temporalità fantastiche. L’artista Simon O’Sullivan discute di mito-poesis, mito-scienza e mito-tecnica interpretando la finzione come una strategia contro l’attuale terreno politico che utilizza tecniche post-fattuali dominate dalla post-verità; Nicoline van Harskamp presenta il suo film PDGN che racconta di un futuro non controllato da governi nazionali o corporazioni globali, dove un nuovo linguaggio si sta sviluppando tra gli individui attraverso tecniche di auto-istruzione volontaria; infine l’artista Mohamed Abdelkarim mette in scena When it comes to truth I wouldn’t dare to tell it, un’antologia narrativa e fittizia costituita da aneddoti, poesie, canzoni, drammi radiofonici che rileggono la Storia ed il suo impatto su differenti aspetti sociali.
SIMON O’SULLIVAN
Fictioning: Mythopoesis, Myth-science and Mythotechnesis
talk di 30 minuti in inglese
La lecture tratterà delle molteplici possibilità della finzione. Simon O’Sullivan è interessato a come queste pratiche (che lui definisce come fictioning) possano costruire altri mondi: una contro-strategia che si oppone alla post-fattualità e post-verità, presenti nel terreno politico odierno. O’Sullivan discuterà anche di alcuni progetti di ricerca collettivi (in collaborazione con David Burrows), che riflettono sul mitopoesis, mito-scienza e mito-technesis, e trattano della sequenzialità storica tra questi fenomeni ricordando, primariamente, l’idea dei loop temporali ricorrenti tra differenti passati, presenti e futuri.
NICOLINE VAN HARKSAMP
PDGN
2016, Video a un canale, 16’ 53’’, con sottotitoli in italiano
PDGN è un film che ritrae un futuro in cui il mondo non è più gestito da governi nazionali o corporazioni globali, né utopistico né distopico. Un nuovo linguaggio si sta diffondendo e sviluppando tra le popolazioni mondiali attraverso forme di auto-istruzione volontaria. Lo script per PDGN è stato costruito grazie a una serie di workshops nei quali sono state coinvolte persone di differenti nazionalità che parlano inglese ma non come prima lingua. Alcuni aspetti del linguaggio e della narrativa sono stati presi in prestito dalla letteratura femminista – che propone sistemi di cambiamento del linguaggio – tra questi, Women on the Edge of Time di Marge Piercy (1976) e Native Tongue (1984) di Suzette Haden Elgin. Il linguaggio della sceneggiatura è stato ulteriormente sviluppato applicando ipotetici fattori comuni dell’evoluzione del linguaggio nelle aree della sintassi, del lessico e della fonetica. Questi “fattori di distorsione” sono stati concettualizzati con l’aiuto di accademici che operano nei campi degli studi creoli, di linguistica computazionale e di acquisizione linguistica, nonché esperantisti, inventori di lingue ludiche in collaborazione con le attrici principali Ariane Barnes, Mouna Albakry e Paula So Man Siu.
MOHAMED ABDELKARIM
When it comes to truth I wouldn't dare to tell it
A narrative anthology consists of anecdotes, poems, songs and radio drama.
performance con sottotitoli in italiano, 40 minuti
La performance è l’episodio finale del progetto Dramatic episodes about Locomotion (2014-2017). In questo caso, vengono ripercorse diverse storie, già raccontate nelle performances precedenti, tramite le parole del performer Haroun Kanshour, che l’artista ha immaginato e incontrato. La narrazione svela le storie di personaggi marginalizzati e rinnegati da quella che è ricordata come la Storia, con la s maiuscola.
Dramatic episodes about Locomotion è un progetto a lungo termine, che intende rileggere e riesaminare concettualmente i disastri provocati nella storia e gli impatti su differenti fenomeni sociali tra cui religione, genere e nazionalismo. Inoltre, Abdelkarim utilizza vicende appartenenti al Medioevo come strumenti e paradigmi per comprendere vicende contemporanee.
Biografie
Simon O’Sullivan è professore di Teorie e Pratiche dell’Arte nel Dipartimento di Culture Visive presso il Goldsmiths College, Università di Londra. Ha pubblicato due monografie per Palgrave, Art Encounters Deleuze and Guattari: Thought Beyond Representation (2005) e On the Production of Subjectivity: Five Diagrams of the Finite-Infinite Relation (2012), inoltre è co-editore (con Henriette Gunkel e Ayesha Hameed) di Futures and Fictions (Repeater, 2017) e (con Stephen Zepke) di Deleuze, Guattari and the Production of the New (Continuum, 2008) e Deleuze and Contemporary Art (Edinburgh University Press, 2009). Simon O’Sullivan è anche un artista, come tale è parte di un collettivo, Plastique Fantastique (con David Burrows e altri). Attualmente è impegnato nella elaborazione di una raccolta di scritti, insieme a David Burrows, dal titolo, Fictioning: The Myth-Function of Contemporary Art and Philosophy.
Nicoline van Harskamp ha studiato alla Royal Academy of Visual Arts, KABK, a L’Aia, e presso il Chelsea College of Art and Design di Londra. Le sue opere sono state presentate presso BAK Utrecht; KunstWerke, Berlino; Kunstraum, Londra e BMW Tate Live Performance Room. Ha presto parte alla Biennale di Sidney; all’Eva International Limerick; a Manifesta 9 Genk; alla Biennale di Gothenburg e quella di Bucharest; e a mostre presso Witte de With, Rotterdam; CAAC, Siviglia; Kadist, Parigi; Rotor, Graz; FRAC, Lorraine; e Clark House, Bombay. Nel 2009 ha vinto il Prix de Rome. Attualmente insegna al Sandberg Institute di Amsterdam e alla Kunstakademie di Münster.
Mohamed Abdelkarim è nato a Minya (Egypt), nel 1983. Dopo aver scritto la sua tesi magistrale sul knowledge engagment presso ECAV, Svizzera, nel 2014, Abdelkarim si è dedicato alla produzione di performance basate su testi, mantenendo un approccio di ricerca multidisciplinare che potesse accomunare narrazione, canto, danza, ricerca e scoperta.
La sua pratica si avvale di questi aspetti, utilizzando un preciso focus sul viaggio, la locomozione, le storie rinnegate e la letteratura picaresca: una serie di fortuiti e non-lineari incontri con concetti, finzioni, e quasi-verità e con i cosiddetti fatti storici, sono raccolti per costituire un canovaccio e un archivio di eventi e storie. In questo contesto, la sua pratica mostra come questi racconti vengono prodotti. Parte della sua pratica performativa, il progetto “Tadbikat” raccoglie (e sintetizza) lectures, dibattiti, letture di gruppo, ricerche e creative, organizzando notti performative dal titolo Live Praxes.