Il 28 ottobre, alle 18.30, nell'Auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Massimo Nava presenta "Angela Merkel. La donna che ha cambiato la storia" (Rizzoli).
Dialogano con l'autore Piero Fassino e Vittorio Sabadin.

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria mandando una mail a rsvp@fsrr.org

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La vita pubblica di Angela Merkel è una delle più documentate al mondo, ma si sa molto poco della storia personale. Occorre scavare nei primi trent’anni vissuti nella Germania comunista e utilizzare quanto lei ha accettato di raccontare: l’educazione protestante, la giovinezza nella nube grigia della dittatura, la formazione scientifica, l’amore per la libertà. E ancora oggi il rispetto della sua privacy è assoluto, cementato dalla fedeltà di amici e collaboratori. Per questo la cancelliera appassiona i biografi, che per venire a capo dell’enigma della sua vita devono giocare diversi ruoli: un po’ cronisti e un po’ storici, un po’ psicologi e un po’ narratori.
“Destino e carattere influenzano la storia di ogni individuo. Nel caso dei leader, si sommano alla capacità di andare oltre il quotidiano, di diventare visionari senza essere ingenui” scrive Massimo Nava, che in questo libro racconta la vita di una donna eccezionale, protagonista assoluta della storia recente d’Europa. Spesso indispensabile, talvolta contestata, mai sconfitta.
Nessun leader di Paesi democratici ha resistito più di lei all’usura del tempo e alla stanchezza fisiologica dell’elettorato. Alle emergenze che hanno scandito i suoi sedici anni alla guida della Germania – la crisi dei debiti sovrani, il caos finanziario della Grecia, le ondate migratorie, la crisi ambientale, il terrorismo internazionale e la pandemia – Angela Merkel ha risposto tenendo insieme in un delicato equilibrio interessi tedeschi e ideali europei; e in circostanze eccezionali ha agito d’impulso, come se la spinta morale avesse il sopravvento sulla prudenza. Nel 2015, per esempio, ha aperto le porte della Germania a centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra in Siria. Da decenni la sua personalità è descritta senza sfumature: razionale, monotona, in sintonia con il luogo comune della Germania ordinata, programmata, prevedibile.
Il racconto appassionato di Massimo Nava ci mostra però che la verità è diversa, più articolata. Nel maggio del 2019, intervenendo davanti a ventimila laureandi dell’Università di Harvard, ha detto: “Continuate a chiedervi: sto facendo questo perché è giusto o solo perché è possibile? Ricordate, l’apertura comporta sempre dei rischi. Per iniziare qualcosa di nuovo è necessario lasciare andare il vecchio. E soprattutto, nulla deve essere dato per scontato, tutto è possibile”.

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MASSIMO NAVA è editorialista del “Corriere della Sera”, dopo essere stato corrispondente da Parigi e inviato sui principali avvenimenti italiani e internazionali, fra cui la mafia, gli anni di piombo, il terrorismo, la caduta del Muro di Berlino, le guerre in Somalia, ex Jugoslavia e Iraq, il genocidio in Ruanda, i massacri a Timor Est, la rivoluzione in Indonesia. È autore di numerosi saggi tra cui Germania-Germania (Mondadori 1990), Kosovo: c’ero anch’io (Rizzoli 1999), Milosevic, la tragedia di un popolo (Rizzoli 1999), Vittime. Storie di guerra sul fronte della pace (Fazi 2005), Il francese di ferro. Sarkozy e la sfida della nuova Francia (Einaudi 2007, tradotto anche in Francia). Nel 2009 ha pubblicato La gloria è il sole dei morti (Ponte alle Grazie), sull’avventurosa vita dei fratelli Bixio e, nel 2011, Il garibaldino che fece il Corriere della Sera (Rizzoli), sulla vita del fondatore Eugenio Torelli Viollier e Storia della Germania dopo il Muro (Rizzoli-Bur 2019). È anche autore di numerosi romanzi, tra i quali: Infinito amore (Mondadori 2014), Il mercante di quadri scomparsi (Mondadori 2016) e Il boss è immortale (Mondadori 2018).