Chao Kao

ARTLAND SERIES

29 Maggio 2012 – 2 Agosto 2012

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

A cura di Francesco Bonami

 

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 29 maggio giugno al 2 agosto, presenta ARTLAND, una nuova rassegna dedicata ad artisti emergenti, a cura di Francesco Bonami.

Il primo artista del ciclo è Chao Kao, nato in Cina nel 1978, vissuto per molto tempo a Jonkowo in Polonia e attualmente residente in Oregon (USA).

Il tema prediletto del suo lavoro pittorico è la natura morta, inparticolare spazi e oggetti anonimi, come angoli, tubi, lacci da scarpe. Benché attivo da molti anni, Chao Kao non ha mai esposto i suoi lavori, e questa sarà la sua prima mostra inuna istituzione museale. “Chao Kao ha scelto di restare ai margini, osservando il mondo.
È un outsider/insider. La forza del suo lavoro non è il risultato di un isolamento, ma nel suo rimanere in contatto il resto de lmondo, pur mantenendo le distanze” (Francesco Bonami).

Chao Kao non è solo un pittore, ma anche un poeta autodidatta. Ogni opera esposta sarà accompagnata dauna breve poesia, che l’artista chiama zwykly (semplice). Per comprendere il concetto di zwykly è necessario conoscere la storia personale di Chao Kao.
Nel 1978 in Cina era imminente la reintroduzione ufficiale di una legge che imponeva alle coppie dell’etnia Han di avere un solo figlio, e la sua famiglia, temendo l’aborto forzato, decise di tenere nascosta la gravidanza. Quando nacque Chao Kao lo diedero illegalmente in adozione ad una coppia polacca, in visita al Nord della Cina con una delegazione della Polonia. Chao Kao non ha mai visitato la Cina e non parla cinese; l’unico legame con quel passato è il piccolo tatuaggio che i suoi genitori gli fecero sulla caviglia, con il suo nome e la sua data di nascita. Una biografia segnata dall’estraneità, dall’essere fuori luogo, che risuona nei suoi dipinti e nelle sue poesie. I quadri di Chao Kao esprimono una disperazione, una sorta di minimalismo privo di teoria e di ideologia, “strani” haiku, come li definisce lui stesso. I temi ricorrenti della rappresentazione fanno riferimento a un’idea di legame, di unione. Nelle sue parole “Mi piacciono i contenitori anonimi… Lacci, angoli, tubature, sono tutte cose che servono a contenere qualcosa, a unire un punto ad un altro”. Alla ricerca di un linguaggio, Chao Kao ha scelto la parola polacca “zwykly” per caratterizzare lo stato di confusione che caratterizza la sua vita. Per questo motivo dipinge spazi molto semplici e cose banali, per dare un senso a ciò che sembra non averlo.