Alberto Garutti

25 Marzo 2010 – 5 Settembre 2010

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

 

La poetica di Alberto Garutti è incentrata sul tentativo di avvicinare il pubblico più ampio possibile all’arte. La sua opera restituisce il senso d’appartenenza alla comunità e associa l’arte alla natura preservandone, da una parte, il senso mistico e misterioso e legandola, dall’altro, a un aspetto scientifico-tecnologico.
Temporali, opera prodotta per questa mostra, è un imponente lampadario costituito da oltre 1000 lampadine, che si accendono simultaneamente ogniqualvolta un fulmine cade sul territorio italiano. Per la realizzazione di quest’opera Garutti si è avvalso della collaborazione del CESI, il Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano. Benchè il suo funzionamento si basi su tecnologie molto avanzate, la struttura non è visivamente sofisticata, il suo design è elementare e i suoi componenti comuni,. Tutta l’attenzione dell’osservatore è in questo modo focalizzata sulla meraviglia non della forma, ma dell’evento, lo splendore della luce che si accende e porta l’immaginazione in un altro luogo. In quell’istante spazi lontani si avvicinano, il qui e ora perde consistenza, il pensiero corre veloce al cielo, come recita una piccola dedica con cui l’artista accompagna l’opera. Tecnologia e poesia, razionalità e immaginazione, il mondo delle piccole cose e il mistero della volta celeste si fondono in un’opera insieme leggera e possente.
La dedica dell’opera, un elemento ricorrente nel lavoro di Garutti, viene pubblicata sulla prima pagina di un quotidiano free-press di Torino nel giorno dell’opening della mostra. In questo modo l’artista si rivolge non solo al pubblico abituale del museo, ma ad una comunità ben più ampia, meno definita, potenzialmente a tutta la cittadinanza, a tutti coloro che vorranno accogliere l’invito ad andare a vedere la mostra, o che magari saranno solo affascinati dall’idea di un’opera che dialoga col cielo.
Il desiderio di instaurare un legame con la comunità è riaffermato in una serie di quadri che l’artista ha realizzato a Torino. In essi la linea che produce l’immagine misura in metri la distanza che separa e, insieme, unisce, il luogo espositivo con altri luoghi che hanno una particolare rilevanza, politica, culturale o economica, nel contesto della città di Torino. L’immagine totalmente astratta si carica così di complessi significati socio-politici nel momento in cui il titolo dell’opera svela la sua origine compositiva.

 

Biografia

Alberto Garutti, artista e docente, è titolare all’Accademia di Brera di Milano e professore per la cattedra di Arte 2 presso la Facoltà di Architettura di Venezia, IUAV.
Invitato a grandi manifestazioni internazionali, come la Biennale di Venezia nel 1990 o il M.A.R.T.A, Museum di Herford nel 2001, è spesso chiamato a realizzare opere pubbliche per città e musei: a Ghent in Belgio per il Museo S.M.A.K.; per la Biennale di Istanbul sul ponte del Bosforo; nel 2002 a Kanazawa, in Giappone, in collaborazione con il 21st Century Museum of Contemporary Art e a Bolzano per la città e il Museion. Altre opere pubbliche sono state eseguite a Bergamo, a Gallipoli e, nel 2004, per la sede Tiscali di Cagliari.