Adel Abdessemed. Le Ali di Dio

12 Febbraio 2009 – 18 Maggio 2009

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

A cura di Francesco Bonami

 

Le Ali di Dio è la prima mostra personale in Italia dell’artista franco-algerino Adel Abdessemed (Costantine, 1971).
La mostra, a cura di Francesco Bonami, prende forma attraverso video, fotografie e installazioni dai contenuti potenti e dalla carica eversiva. Dall’inizio della sua carriera, l’artista si è infatti guadagnato l’etichetta di enfant terrible, per le sue opere talvolta scioccanti ad alto contenuto di controversia, spesso su temi nevralgici quali sesso, religione e politica.
Usando un linguaggio scarno e diretto, Abdessemed racconta una realtà fatta di violenza e dà voce ai disagi provocati dalle differenze di genere, di religione, di provenienza sociale e geografica, mostrando una società contemporanea fatta di prevaricazione e aggressività.
Costruisce messe in scena di ferocia, opere di forte impatto visivo ed emozionale, rimandando ad una cultura del terrore e della paura propria di ogni guerra. Il protagonista del video Trust Me, 2007 è il cantante David Moss che impersona un vampiro mentre intona differenti inni nazionali. Sempre Moss in Hot Blood, 2008 indossa un naso da pagliaccio e canta: “I am a terrorist, you are, you I, am I am I a terrorist?”.
Argomenti centrali del suo lavoro sono l’integrazione, il razzismo, la sessualità e il superamento dei forti tabù imposti dalle religioni che egli interpreta in modo trasversale, attraverso tutti i mezzi espressivi, dal video alla fotografia, dal disegno alla pittura, dalla performance all’installazione. Sveste una giovane donna musulmana, versa il latte su un viso di pelle nera, registra esperienze di libertà amorose in pubblico.
La ferocia dell’animale o la violenza che l’uomo riversa sull’animale sono temi molto presenti nel suo lavoro. Abdessemed porta e fotografa sulle strade di Parigi animali selvaggi provenienti dal Nord Africa, talvolta pericolosi, come cinghiali (Sept Frères, 2006), un serpente (Zéro Tolérance, 2006), un leone (Séparation, 2006). Mentre nella video-installazione Don’t Trust me, 2008, sei video ritraggono altrettanti animali che vengono colpiti in testa con un martello.
Pur rappresentando una forma di impegno politico, di resistenza ai limiti, l’opera di Adel Abdessemed riporta a rappresentazioni suggestive e intense della vita reale, trasmette l’instabilità propria del terrore, creando una forte tensione tra l’estetica delle immagini e la violenza delle idee che queste sottendono, come in Practice Zero Tolerance (renversée), 2008 in cui compare il calco in terracotta della carcassa di un’auto, carbonizzata e riversa su un fianco.

Adel Abdessemeed nasce nel 1971 a Costantine in Algeria dove nel 1992 si verifica il colpo di stato militare. Nel 1994, lascia il suo paese e si trasferisce in Francia. Oggi vive e lavora a New York.